La Nuova Sardegna

Ciclista travolto e ucciso, esumata la salma

di Luciano Onnis
Ciclista travolto e ucciso, esumata la salma

L’incidente a luglio a Carloforte, l’anziano è morto 42 giorni dopo. Indagato l’investitore

12 dicembre 2017
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CAGLIARI. Un uomo di 83 anni viene urtato da un’automobile mentre è in sella a una bicicletta, batte la testa e finisce all’ospedale. Venti giorni dopo viene dimesso in «discrete condizioni generali» con prognosi di venti giorni di riposo e cure dall’ospedale Brotzu di Cagliari, ma dopo tre settimane le sue condizioni peggiorano e muore. Ora il conducente dell’auto che l’ha investito sulla strada del Giunco, a Carloforte, è accusato di omicidio stradale e ieri mattina il corpo dell’anziano - si chiamava Battista Rossino - è stato esumato in presenza dei legali per consentire al consulente della Procura di completare gli esami e stabilire se è morto a causa dell’incidente o per ragioni diverse. Sembra strano ma l’inchiesta, ancora in pieno corso, risulta formalmente chiusa fin dallo scorso 8 novembre: l’indagato, il ventunenne Stefano Vacca, ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e ora, procedura penale alla mano, i difensori Mario Maffei e Mario Rivano avrebbero venti giorni di tempo per chiedere l’esame e produrre atti difensivi. Difficile però che possano farcela, visto che il medico legale Nicola Lenigno è ancora impegnato nell’esame della salma e avrà bisogno di tempo per consegnare la relazione insieme al perito Silvia Falqui Cao, l’ingegnere che si occupa della ricostruzione tecnica dell’incidente. In altre parole, il giovane carlofortino dovrà difendersi senza conoscere l’esito degli esami peritali oppure chiedere al magistrato una proroga.

Il fatto è sostanzialmente chiaro: lo scorso 30 luglio Rossino viene sorpassato da un’auto e urtato da quella che segue sulla ruota posteriore. Cade, viene soccorso da un’equipe del 118, finisce prima all’ospedale Sirai di Carbonia con un trauma alla regione temporale e da qui trasferito al Brotzu. Dimesso, le sue condizioni peggiorano e muore. La famiglia si rivolge all’avvocato Pietro Vitiello, che chiede alla Procura l’apertura di un procedimento penale. Parte un esposto con relazione medica alla Procura e il pm Sandro Pili apre un’inchiesta che formalmente si conclude il 9 ottobre, ma in realtà va avanti con la riesumazione del corpo e nuovi esami. Ora si cercherà di capire se a provocare la morte di Rossino sia stato l’urto subìto il 30 luglio o le condizioni di salute in cui versava già prima dell’incidente.

La Procura accusa Stefano Vacca di non aver osservato la distanza di sicurezza dall’auto che lo precedeva. Per questa ragione, anche a causa - secondo il pm - della velocità, il conducente si sarebbe trovato d’improvviso vicinissimo alla bicicletta condotta da Rossino e non avrebbe avuto il tempo di evitarla. Da qui l’impatto e la rovinosa caduta sull’asfalto dell’anziano ciclista, che - stando ai referti medici - ha riportato un trauma con la conseguente emorragia cerebrale, per l’ipotesi accusatoria un evento letale. (m.l)



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