La Nuova Sardegna

La febbre del Bitcoin contagia anche la Sardegna

di Salvatore Santoni
La febbre del Bitcoin contagia anche la Sardegna

Attiva un’associazione con un centinaio di persone che usano la criptovaluta

13 dicembre 2017
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CAGLIARI. La corsa all’oro digitale è come una febbre che non accenna a scendere. Il bitcoin, la criptomoneta che impazza sul web, sembra un fenomeno inarrestabile. Le quotazioni di quest’anno hanno segnato un rialzo a quadrupla cifra. La capitalizzazione, invece, ha segnato un record che inghiotte alcune tra le più grandi multinazionali del mondo. Un rally, così sono chiamati i continui e repentini rialzi in gergo finanziario, che corre sul filo del rasoio, sempre a rischio di finire contro un muro a secco da un momento all’altro. Gli analisti sono infatti divisi sulle sorti della moneta digitale: secondo i trader più affezionati crescerà ancora; per altri, invece, è tra rischi finanziari più significativi per il 2018. Criptomoneta. Il bitcoin è una moneta elettronica lanciata nel 2009 da una persona misteriosa – non sia se sia un lui o una lei – che si fa chiamare Satoshi Nakamoto. Il sistema si basa su una banca dati e mezzi di crittografia avanzatissimi, attraverso i quali è possibile tracciare le transazioni, coniare la moneta e assegnarla ai legittimi proprietari. Ma come è fatta? Lo dice la parola stessa: il bitcoin è un insieme di bit che vengono messi in fila da un algoritmo che decide il rilascio nella rete e che quindi funziona come una banca centrale. Ma prima di addentrarsi nel mondo dei bitcoin occorre conoscere le articolazioni di base, che sono il portafoglio digitale (wallet), la catena fatta dai blocchi di codice (blockchain), le piattaforme di scambio (exchange), i minatori (miners).

Paperoni sardi. I sardi che più di tutti seguono l’evoluzione della criptovaluta si trovano nel Sud dell’isola, nell’associazione Bitcoin Sardegna fondata a Cagliari nel 2015. In questo movimento sardo di criptofan gravitano un centinaio di persone. L’associazione promuove la conoscenza e la consapevolezza del bitcoin. La parte speculativa non è in primo piano, ma dell’associazione fanno parte persone che hanno investito sulla moneta quando vale pochissimo e che quindi stanno guadagnando in maniera importante grazie a un trend positivo che sembra inarrestabile. Finché dura.

Catena di blocchi. Ma come funziona il Bitcoin? Il cuore del bitcoin è la blockchain. Il primo non può esistere senza la seconda, ma la blockchain può pulsare anche per altre criptovalute o veicolare servizi non necessariamente finanziari. In sintesi si tratta di un libro contabile in cui sono registrate tutte le transazioni. Tecnicamente si tratta di un database distribuito che lavora con la tecnologia peer-to-peer. Significa che chiunque può prelevarlo dal web diventando così un nodo del sistema di verifica. Minatori del web. I miners si occupano di scavare in una miniera digitale utilizzando computer con un’enorme potenza di calcolo in grado di risolvere l’algoritmo che protegge i blocchi di bitcoin. Chi libera un blocco incassa 25 bitcoin che può riversare sul mercato e quindi conseguire un guadagno. Anche i nodi, le maglie della catena che supervisionano e approvano le transazioni, incassano una piccola percentuale.

Wallet. È il portafoglio digitale per i bitcoin: può essere un qualsiasi personal computer o in mano a banche digitali. La gestione ordinaria avviene invece attraverso i wallet. Un po’ come capita con le monete tradizionali, dove il trading si fa sul conto bancario per gli investimenti e per gli acquisti quotidiani si infila mano nel portafoglio o si pesca dal conto corrente.

Gli scambi. Il trading della criptomoneta avvengono negli exchange, le piattaforme dedicate al trading. Il luogo virtuale dove circolano più moneta digitale in assoluto, e che sta facendo la fortuna – e anche la sfortuna – degli speculatori. Sì, perché la moneta digitale è sfruttata per fare soldi reali, nei quali vince chi è più abile a entrare a prezzi bassi e uscire quando si alzano. Non a caso c’è chi considera il bitcoin il più grande schema Ponzi della storia.
 

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