La Nuova Sardegna

Aeroporti sardi, è necessario fare sistema

di Antonio Di Rosa
L'aeroporto di Alghero
L'aeroporto di Alghero

Alghero, Olbia e Cagliari devono trasformarsi in un triangolo magico per avvicinare la penisola

16 dicembre 2017
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SASSARI. Non è facile arrivare in Sardegna. Né per mare né per aria. Siamo una vera isola, lontana dal Continente. L’attraversamento costa e, nei giorni scorsi, il signor Alessandro Onorato, figlio del patron della Moby e della Tirrenia, non è stato felice quando ha dichiarato che i prezzi rimarranno immutati. Dunque, alti. La trasvolata costa meno in certi casi, quando esiste il volo. E qui nasce il problema. Come in queste festività. Tutti sono corsi ai ripari perché la gente che voleva trascorrere Natale e Capodanno qui con noi, non trovava posto. E allora li hanno implementati. Ma non si può risolvere la questione, molto più complessa, in questo modo. Il sistema aeroportuale sardo va rafforzato. E quando uso la parola sistema intendo gli scali di Alghero, Olbia e Cagliari.

Il primo è in sofferenza rispetto all’anno scorso con un meno 0,9% di passeggeri e un -5,2% di movimenti. Il secondo vanta 10,3% di passeggeri in più e un 6,95 in positivo di movimenti. Il terzo, il più forte, +12,95 di passeggeri (record di quattro milioni) e +10% di movimenti. Bene.Le cifre in sé dicono poco perché i bacini di utenza corrispondono alle crescite o alle diminuzioni. Noi dobbiamo preoccuparci del problema allargando i confini. Per questo iniziamo una campagna a sostegno degli aeroporti sardi. Di tutti e tre. La parola sistema deve circolare con maggiore frequenza in tutta la Regione.

La Sardegna non può essere considerata uno scarto del Paese né accetta elemosine. Perché se si è chiesto in passato ai sardi servitù militari importanti con tutti i rischi che ne conseguono ma anche i vantaggi, altrettanto si può e si deve fare per consentire all’isola di crescere sul piano turistico e, quindi, economico. L’insularità diventa un valore se viene riconosciuta come tale (ma in senso positivo) da chi regge le sorti del governo. Il colore politico non conta, valgono solo i fatti, le scelte, le cose concrete.

Alghero, Olbia e Cagliari devono trasformarsi in un triangolo magico. E tutti insieme devono costruire un solido sistema aeroportuale che consenta alla Sardegna di sentirsi più vicina alla Penisola. Mi raccontava Mario Peralda, direttore generale dello scalo di Alghero, che si possono portare più voli ma la soluzione del problema sta a monte. Il titolare di un fondo pensioni comune a scozzesi, danesi e altri lavoratori del Nord Europa, erano pronti a sbarcare sulla costa occidentale. Ma, nonostante tutti gli sforzi, l’impresa è fallita. Perché c’era una disponibilità di 450 posti letto e invece quei pensionati viaggiavano in torpedone, quasi duemila persone. Dunque, hanno cambiato destinazione e si sono diretti da altre parti.

Che significa? Il territorio deve aiutare gli aeroporti e viceversa. Bisogna costruire un turismo che duri un anno (visto il clima) e non si accontenti dell’assalto estivo. Sono fenomeni effimeri che producono una occupazione stagionale, arricchiscono i pochi, lasciano a bocca asciutta tanti. E quando leggo che i commercianti di Alghero tirano giù le saracinesche d’inverno per abbattere i costi, mi viene male.

La Nuova apre questa campagna e chiederà a tutti di aderire per costruire in Sardegna un futuro più solido. Qualche volo in più è una caramellina per accontentare chi protesta. Serve un progetto di lunga durata dove tutti sono attori e responsabili: politici, imprenditori, uomini e donne del settore turistico, i giovani che si specializzano e vogliono rimanere qui. Il resto è chiacchiera, è un modo per trovare spazio sui giornali e sulle tv. Ma non ci si muove di un passo. Invece noi dobbiamo percorrere lunghi sentieri per raggiungere il massimo obiettivo. Chiaro?



 

 

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