La Nuova Sardegna

E sulla guerra simulata il Comipa si spacca

di Silvia Sanna
E sulla guerra simulata il Comipa si spacca

Progetto Siat al poligono di Teulada: 3 rappresentanti della Regione votano no. Ma deciderà la Difesa

16 dicembre 2017
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SASSARI. Quattro si e tre no: c’è la maggioranza ma non basta, perché per fare passare il piano serviva l’unanimità. Invece, a sorpresa, il Comipa si è spaccato. E il progetto Siat nel poligono di Teulada è stato respinto. In realtà non è una bocciatura, perché quello del Comitato misto paritetico è un parere consultivo, ma di certo la divisione da parte dei rappresentanti nominati dalla Regione costituisce un ostacolo inatteso nel percorso di attuazione del Sistema integrato per l’addestramento terrestre: si tratta di piano che prevede l’utilizzo di tecnologia avanzatissima per la guerra simulata, senza munizioni vere e senza inquinamento acustico e ambientale. Un investimento valutato in circa 20 milioni di euro, al centro di un ordine del giorno presentato dalla minoranza e approvata anche dalla maggioranza, con il quale il consiglio regionale impegna il presidente Pigliaru “ad agire energicamente nei confronti del governo nazionale perché sia tempestivamente implementato il sistema Siat, affinché si possano apprezzare presto gli attesi risultati in tema di riduzione di munizionamento e dell'utilizzo di spazi”. Tre giorni dopo l’approvazione dell’ordine del giorno ma soprattutto dopo il via libera del consiglio all’intesa con il Ministero della Difesa sulle servitù militari, arriva questo stop inatteso. Da parte proprio di una quota dei rappresentanti della Regione in seno al Comipa.

Il Comitato paritetico è composto da 7 rappresentanti civili, nominati dal consiglio regionale e in carico dal 2014, e 7 rappresentanti governativi, di cui 5 scelti dall’Esercito. Nella seduta convocata ieri, la parte governativa si è espressa all’unanimità a favore, la quota dei civili invece si è divisa e i componenti contrari hanno illustrato alcune obiezioni. Per esempio, c’è chi ha manifestato dubbi sull’entità degli investimenti previsti in Sardegna (20 milioni su una torta complessiva di 90) e chi ha chiesto invece che il Siat si facesse in un altro Poligono, quello di Quirra. Infine, poca soddisfazione è stata espressa per il fatto che il progetto non comporterebbe una riduzione giudicata soddisfacente della servitù militare all’interno del poligono di Teulada, che il Ministero della Difesa considera strategico. Ecco spiegato il voto contrario di 3 componenti su 4. E ora? Per il progetto Siat la partita non è chiusa, tutt’altro. Sarà la ministra della Difesa Roberta Pinotti a decidere se il piano può andare avanti, sulla base dell’ordine del giorno in cui il consiglio regionale – maggioranza e opposizione – esprime parere favorevole. Di sicuro la posizione sorprendente espressa dal Comipa non inficia il progetto – di cui si discute da oltre 20 anni – né tantomeno l’intesa sulle servitù militari che riceverà il sigillo lunedì a Roma. Ad augurarsi che il Siat vada avanti è il capogruppo Udc Gianluigi Rubiu, uno dei quattro firmatari dell’ordine del giorno: «La Sardegna sta perdendo un’occasione di sviluppo economico e occupazionale, con un investimento di 20 milioni di euro». La paura di Rubiu è che l’investimento «venga dirottato in Friuli Venezia Giulia o in Liguria».

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