La Nuova Sardegna

Il nord ancora indietro Peralda: strategia unica

di Luca Rojch
Il nord ancora indietro Peralda: strategia unica

In base al bacino di utenza dal Riviera del Corallo dovrebbe partire il triplo dei voli

16 dicembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Silenziosa, candida, quasi asettica. La hall dell’aeroporto di Alghero è lo specchio perfetto del nord ovest dell’isola in inverno. Desolatamente vuoto. Dal Riviera del Corallo decollano 5 voli in continuità territoriale al giorno. Il bacino di utenza è 380 mila persone. Qualcosa non quadra se Olbia, che ha un bacino invernale di circa 100mila utenti, di voli in continuità ne ha sei. Cagliari arriva a 13.

Aeroporto. Alghero è il simbolo di un’isola che esiste per il mondo solo quattro mesi all’anno. In estate. Per il resto dell’anno somiglia a una sorta di deserto. Le politiche di destagionalizzazione, per incrementare le presenze e i voli nei mesi di spalla muovono ancora passi incerti. E i risultati sono lontani. Qualcuno dice che la soluzione è semplice: «Basta aumentare i voli». Ma alcuni dati invogliano a più attente riflessioni su una simile teoria. Il nuovo volo di EasyJet Alghero-Londra, per esempio, che è appena partito dal Riviera del Corallo con 137 passeggeri. Ma è ritornato con solo 73 persone. Il direttore della Sogeaal Mario Peralda, la società che gestisce lo scalo di Alghero, ha sempre rifiutato approcci semplicistici a fenomeni che sono più complessi. «Un buon modo è partire da un esercizio semplice: comprendere quale percezione l’uomo della strada ha del ruolo di un aeroporto e spiegare quale sia invece quello reale rispetto alla complessiva realtà sociale ed economica che lo circonda».

Percezione e realtà. Di solito si è convinti che spetti all’aeroporto il compito di portare masse di turisti e vettori. «Non è esattamente così – puntualizza Peralda – questa è un’idea che si è fatta spazio grazie a quasi 15 anni in cui l’aeroporto si è sostituito alla capacità di un territorio, complessivamente inteso, di generare domanda di traffico». In altre parole i voli arrivano se cresce l’appetibilità di una destinazione, a patto che prima la si costruisca e la si coltivi. E questo percorso virtuoso non può essere semplicemente sostituito in toto dalla “formula Ryanair” perché se non ci sono risorse per alimentarla scompaiono anche i turisti. Qual è la formula per crescere? «Serve una dialettica con le realtà territoriali, economiche e politiche che si allontani dai luoghi comuni e invece si interessi semplicemente dei luoghi, di chi li abita, delle loro esigenze e della possibilità di mettere a fattore comune tutte le strategie più utili consentendo all’aeroporto di farsene rappresentante, di farsi intermediario di tutte le iniziative che possano incentivare i flussi di traffico esistenti o crearne di nuovi».

Il sistema. Un aspetto fondamentale è la forza del sistema. «Per il traffico turistico senz’altro. Ma non esiste solo la gente che arriva, c’è quella che parte, che ha bisogno di rapportarsi ogni giorno col “continente”, per lavoro, salute o piacere senza dover patire i limiti dell’insularità – prosegue –. Su questo tema sono fondamentali le scelte politiche. È indispensabile trovare e attivare tutti i meccanismi che servono per superare le limitazioni dell’insularità. Perché la mobilità è un diritto, non può essere una concessione. La continuità è uno strumento in continua evoluzione e l’Europa prende spesso posizioni contrastanti, non semplici da decifrare. Credo però che si arriverà presto ad un modello stabile». Superamento dell’insularità e cambio di passo nel sistema dell’accoglienza del territorio. E per territorio è riduttivo pensare solo ad Alghero. Il mercato e l’efficacia delle strategie di promozione guardano alla Sardegna come un’unica entità. La Regione sviluppa politiche di promozione turistica che hanno come bersaglio tutta l’isola e anche i tre aeroporti sardi potrebbero andare verso un’unica regia. «Sono scelte che non mi competono – dice Peralda – ma hanno senso. Non mi stancherò mai di dirlo: l’efficienza delle società di gestione non si misura nella quantità di passeggeri “acquistati” e riversati nel territorio, ma nella capacità di individuare strategie di crescita di lungo periodo e di affiancargli politiche industriali coerenti ed efficaci. Credo che la costruzione di un “network Sardegna” al servizio di una strategia unitaria di destinazione darebbe risultati sorprendenti».

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative