La Nuova Sardegna

Scontro sulla testimone che riconobbe Cubeddu

di Giusy Ferreli
Scontro sulla testimone che riconobbe Cubeddu

I legali hanno chiesto l’acquisizione dei verbali dell’interrogatorio della giovane In aula il maggiore Mereu: ai raggi X il riconoscimento fotografico dell’accusato 

16 dicembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Il riconoscimento di Alberto Cubeddu da parte della supertestimone di Orune è tornato prepotentemente alla ribalta del processo per gli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala. Protagonista di un durissimo scontro tra difesa e parti civile. La ragazza orunese, in due distinte occasioni, aveva ritenuto che l’individuo visto in paese la mattina dell’8 maggio, giorno dell’agguato allo studente orunese somigliasse ad Alberto Cubeddu, il giovane di Ozieri accusato col cugino Paolo Enrico Pinna del duplice omicidio. Gli interrogatori della ragazza sono stati al centro delle deposizione di un ufficiale del carabinieri e dell’incalzante controinterrogatorio della difesa. Ieri mattina in corte d’Assise a Nuoro, seduto al banco dei testimoni, c’era il maggiore Luigi Mereu, comandante del Nucleo investigativo di Nuoro. A sua firma molti degli atti dell’indagine. Tra questi i due riconoscimenti fotografici che la testimone effettuò il 14 e il 16 maggio del 2016. Mereu ha ricordato che al primo riconoscimento del giovane ne seguì un altro, versione poi confermata in dibattimento lo scorso 5 ottobre. «Questo è somigliante ma quello che ho visto io aveva qualche anno in più» disse a suo tempo la ragazza al maggiore Mereu indicando la foto dell’imputato. La fotografia era datata, risaliva cinque anni prima e gli investigatori inserirono nel fascicolo fotografico composto da trenta scatti un foto recente presa da Facebook. L’avvocato Patrizio Rovelli, che con la collega Mattia Doneddu difende Cubeddu, ha chiesto l’acquisizione dei verbali del primo interrogatorio della testimone. Richiesta al centro di un’aspra diatriba tra le parti in causa.

«È importante sapere come i carabinieri abbiano formato il fascicolo fotografico sottoposto alla giovane» ha osservato Rovelli. «Il momento probatorio si è esaurito con le dichiarazioni in aula della ragazza» è stata l’opposizione dell’avvocato Rinaldo Lai, che rappresenta la famiglia Monni condivisa dal pm Andrea Vacca. Il presidente Giorgio Cannas si è riservato di decidere sulla richiesta della difesa, la riserva verrà sciolta nel corso della prossima udienza. Rovelli ha poi proseguito il pressante controinterrogatorio con una lunga serie di domande al maggiore Mereu. L’avvocato Rovelli ha chiesto conto della comparsa di un misterioso investigatore privato torinese e della mancata convocazione del cugino di Stefano, Giuseppe. «Perché non avete sentito Giuseppe Masala, pur sapendo che aveva incontrato Alessandro Taras che in tutta questa vicenda ha avuto un ruolo rilevante? Avete indagato sui rapporti di parentela della testimone?» «Non lo ritenevamo importante» ha risposto Mereu riferendosi a Masala. Il processo riprenderà il 17 gennaio.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative