La Nuova Sardegna

Porto Torres, il suicidio di Michela Deriu: al via le perizie

Il tribunale di Tempio, nel riquadro Michela Deriu
Il tribunale di Tempio, nel riquadro Michela Deriu

Saranno esaminati i telefoni e i pc dei tre ragazzi indagati

19 dicembre 2017
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OLBIA. Prenderanno il via tra qualche giorno le indagini tecniche su telefonini e computer portatili sequestrati ai tre giovani indagati dalla Procura di Tempio per la morte di Michela Deriu, la 22enne di Porto Torres che si era tolta la vita nella notte tra il 4 e il 5 novembre nell’appartamento di un’amica che l’aveva ospitata, alla Maddalena. Giovedì, a Sassari, sarà conferito l’incarico al consulente tecnico che dovrà esaminare i supporti informatici sequestrati dai carabinieri di Olbia e Porto Torres nelle abitazioni di due ragazzi di Porto Torres di 28 e 23 anni (difesi rispettivamente dagli avvocati Sabina Piga e Agostinangelo Marras) e una ragazza di 21 anni, difesa dall’avvocato Marzio Altana), tutti e tre indagati per istigazione al suicidio, diffamazione aggravata e tentata estorsione.

Sms, messaggi whatsApp, mail, foto, video, messaggi di segreteria: tutto sarà esaminato e duplicato, recuperando anche ciò che è stato cancellato. Accertamenti tecnici irripetibili alla ricerca di elementi che possano suffragare l’ipotesi investigativa a cui lavora la Procura, il cui titolare dell’inchiesta è il procuratore facente funzioni Gianluigi Dettori. Informazioni che possano fare luce sui tanti interrogativi che avvolgono la morte della 22enne. Risultata da subito sospetta agli inquirenti, per quella precipitosa visita all’amica della Maddalena, apparsa come una fuga, per quel messaggio scritto e strappato, nel quale parlava del ritorno di “scheletri del passato”, e per la simulazione di una rapina, a giustificare la sparizione di mille euro. Soldi che la giovane potrebbe aver consegnato a chi la ricattava per un video hard che aveva cominciato a girare. Spinta a compiere l’estremo gesto per disperazione e paura, insomma. Ipotesi investigative, precisa la stessa Procura, sulle quali gli inquirenti cercano elementi. Le prime risposte potrebbero arrivare dall’esame di cellulari e computer sequestrati ai tre indagati.

La madre, il padre e la sorella di Michela Deriu, assistiti dagli avvocati Arianna Denule e Giovanni Falchi, attendono con fiducia i risultati dell’inchiesta. (t.s.)
 

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