La Nuova Sardegna

l’investigatore 

«Non c’è alcuna improvvisazione piani studiati nei minimi dettagli»

SASSARI. «Quello dell’altro giorno era il classico “trasferimento” con staffetta, i carabinieri li hanno intercettati e c’è stato il conflitto a fuoco. Sono quasi sempre molto giovani, determinati, e...

31 dicembre 2017
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SASSARI. «Quello dell’altro giorno era il classico “trasferimento” con staffetta, i carabinieri li hanno intercettati e c’è stato il conflitto a fuoco. Sono quasi sempre molto giovani, determinati, e non esitano a sparare, per questo pericolosi».

Da molti anni in polizia, si occupa di criminalità organizzata, a Sassari è considerato uno dei maggiori esperti per quanto riguarda rapine, assalti a bancomat e portavalori. Di indagini ne ha un paio tra le mani, compreso il colpo milionario alla Mondialpol di Caniga.

«In quella occasione il pianale con la ruspa lo spostarono da Capoterra, si fecero tutta la Sardegna per arrivare fino qui e mettere a segno la rapina. Sono solo apparentemente improvvisati, ma hanno un piano studiato nei dettagli, fanno i sopralluoghi e per i grandi colpi sfruttano informazioni che arrivano da una talpa. A loro interessa la somma trasportata e il percorso del mezzo».

Non c’è una sola banda, e la conferma arriva proprio dai fatti dell’ultimo periodo. «C’è una organizzazione che è stata disarticolata sulla base di una lunga e complessa attività di indagine - racconta l’investigatore sassarese - e se ci fosse stato un solo gruppo non avremmo avuto altri assalti a bancomat e portavalori. Invece non è così...».

Bande modulari può voler dire tutto e niente, ma è una descrizione che ricorre spesso. «Ci sono bande che nascono dalla notte alla mattina: basta incontrarsi al bar o a uno spuntino. Non dimentichiamo (questo è certificato da una sentenza passata in giudicato) che l’idea per il sequestro dell’allevatore di Bonorva Titti Pinna nasce a uno spuntino di carnevale dove si ritrovano persone di territori diversi». Si ma modulari? «Non c’è una organizzazione che gestisce tutto: così accade che due oggi fanno una rapina con delle persone e domani si aggregano con altre quattro per farne un’altra».

Armi pesanti che circolano con facilità, fino a qualche tempo fa si diceva che arrivassero dalla Corsica. «C’era questa leggenda metropolitana che le armi pesanti arrivavano dalla Corsica in mezzo ai carichi di sughero, ma nessuno ha mai trovato camion di sughero pieni di armi. Certo, i kalashnikov girano e forse sono frutto di contatti anche con criminalità straniera, non necessariamente qui in Sardegna».

La prevenzione ha finora permesso di sventare diversi colpi all’ultimo momento: «L’attenzione è sempre alta, ci sono servizi specifici in momenti particolari. Stiamo sulla strada con le altre forze di polizia, vengono impiegati gli elicotteri e reparti speciali. Monitoriamo i furti dei mezzi, specie di quelli pesanti. Verifichiamo spostamenti e presenze anomale in certe zone. É stata affinata l’intesa con gli istituti di vigilanza, c’è un Protocollo che prevede determinate cose. Da quando le banconote vengono inchiostrate gli assalti ai bancomat sono diminuiti. Si sono orientati più sui portavalori. La guardia resta alta». (g.b.)

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