La Nuova Sardegna

Ittiri, “avviso” con la diavolina al dirigente dell’ufficio tecnico

Ittiri, “avviso” con la diavolina al dirigente dell’ufficio tecnico

A fuoco la porta della cantina. Non è il primo avvertimento per Gian Giacomo Pisanu. Circa un mese fa un blitz incendiario era stato messo a segno nell’ingresso della sua abitazione

07 gennaio 2018
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ITTIRI. I danni sono del tutto trascurabili: giusto una parete e un portone annerito. Ma ora a colorarsi di scuro è soprattutto la serenità di una famiglia, che si chiude nella sua angoscia e nei perché senza risposta. È accaduto tre sere fa: qualcuno ha infilato del materiale infiammabile tra le fessure del portoncino in legno della cantina del dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Ittiri. Dopodiché ha acceso della diavolina e ha innescato le fiamme. E ora quel vecchio palazzo in piazza Olmi appare annerito sino al primo piano, segno che il fumo denso deve aver lambito la parete per almeno un’ora.

Non è il primo avvertimento per Gian Giacomo Pisanu. Circa un mese fa un blitz incendiario era stato messo a segno nell’ingresso della sua abitazione, dove vive con la moglie e i figli. Su entrambi gli episodi stanno indagando i carabinieri di Ittiri. Il dirigente non intende commentare l’atto intimidatorio. Gli inquirenti, naturalmente, setacciano la pista delle pratiche urbanistiche gestite dall’amministrazione comunale. Ma il sindaco Antonio Sau, sostiene che si tratti di un filone destinato a non offrire grossi spunti. «Posso dire che ultimamente non ci stavamo occupando di pratiche urbanistiche di rilievo, tali da giustificare simili minacce e pressioni – spiega il sindaco – quindi non riesco a comprendere la tempistica dell’attentato. Non sono ancora riuscito a parlare personalmente con il mio dirigente, e quindi non conosco i dettagli. Gli ho mandato la mia solidarietà per messaggio, ripromettendoci di incontrarci in questi giorni. Tutta l’amministrazione gli è vicino e condanna in maniera forte questi gesti vigliacchi e intimidatori».

A Ittiri, negli anni passati, gli incendiari sono entrati in azione diverse volte. Per pura coincidenza, proprio il 2 gennaio del 2015 erano state esplose due fucilate contro la casa di un operaio in via San Giovanni, e ci fu un tentativo di incendio in località Camedda ai danni della Lait, una cooperativa lattiero casearia. Solo un mese prima nel mirino era finita la sede dell’Agenzia Laore, due incursioni in meno di una settimana: gli incendiari avevano dato fuoco ai due portoni che si affacciano sulle vie Delogu e XXV Aprile. E poi non si può non ricordare il 14 gennaio 2013, quando qualcuno sparò due fucilate contro l’abitazione dell’allora sindaco Tonino Orani. Anche se l’episodio più grave risale al lontano 1994. In via San Francesco qualcuno posizionò una bomba rudimentale con chiodi per intimidire un commerciante che aveva subito un furto e aveva denunciato i responsabili. (lu.so.)
 

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