La Nuova Sardegna

Il faccia faccia a Roma Vertice fra il Pd e i sardisti

di Umberto Aime
Il faccia faccia a Roma Vertice fra il Pd e i sardisti

Da una parte del tavolo Guerini, Fassino, Lotti e Cucca, dall’altra Christian Solinas L’unica indiscrezione: «È stato un incontro importante ma ancora interlocutorio»

11 gennaio 2018
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CAGLIARI. L’incontro è stato anticipato di un giorno, ma c’è stato. La segreteria nazionale del Pd e il Psd’Az si sono visti nella sede romana in via del Nazareno. All’ordine del giorno un solo argomento: la possibile alleanza per le elezioni politiche di marzo. È un’ipotesi di cui si parla da settimane e c’è stato il primo contatto. Dalla riunione è trapelato poco nulla, con un’unica indiscrezione: «Le parti si sono conosciute, non ci sono state proposte e offerte», per chiudere con un diplomatico «incontro importante ma ancora interlocutorio». Senza un secondo appuntamento fissato in agenda e con l’incarico del Pd al segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca di «approfondire i contatti nei prossimi giorni».

Al tavolo. Da una parte il segretario nazionale del Psd’Az, Christian Solinas, dall’altra erano in tre, più Cucca. Nell’ordine: Lorenzo Guerini, delegato per gli affari territoriali, Piero Fassino, ambasciatore ufficiale nelle trattative con gli alleati, e Luca Lotti, ministro allo sport e soprattutto fidatissimo braccio destro di Matteo Renzi. Alla riunione era attesto anche l’ex premier, ma alla fine non si è visto.

Il confronto. I temi trattati sarebbero stati diversi e tutti sulla Sardegna. Nel dettaglio è impossibile entrare, ma pare che la folta delegazione del Pd abbia confermato di voler inserire nel programma elettorale nazionale un capitolo riservato all’isola e su come in futuro dovranno essere i rapporti fra la Regione e un possibile governo di centrosinistra. Nel pacchetto discusso i temi sono molti: insularità, trasporti aerei e marittimi, accantonamenti, servitù militari e altro ancora. Ma su cui il Psd’Az, all’opposizione in Consiglio regionale, finora è stato sempre critico su come finora la giunta Pigliaru abbia portato avanti le trattative con Roma soprattutto sulla vertenza entrate e sulla continuità territoriale . Però la campagna elettorale è un’altra cosa e diverse situazioni potrebbero cambiare dappertutto dopo il voto di marzo.

L’altro fronte. Non va neanche dimenticato che il Psd’Az non ha chiuso il canale col centrodestra, anche se l’altro giorno ha disertato il vertice convocato da Forza Italia in Consiglio regionale. Detto che la segreteria nazionale pd non ha proposto per ora nulla ai sardisti, si sa che a breve potrebbe esserci quest’offerta: l’alleanza nella coalizione di centrosinistra in tutti i collegi nazionali, con il simbolo dei Quattro Mori in quelli proporzionali. Dunque, la possibilità di un’elezione sicura alla Camera e forse anche un posto, con un esito però meno certo, nella lista regionale in Sardegna per il Senato. Si sa che il centrodestra avrebbe già rilanciato la proposta consegnata settimane fa nelle mani del segretario sardista. A questo punto per la scelta con chi andare, oppure non andare con nessuno, sarà decisiva la riunione del Consiglio nazionale del Psd’Az in programma il 13 gennaio.

Voglia d’autonomia. Seppure la strada della trattativa col Partito dei sardi si sia fatta molto stretta, anche se il segretario regionale del Pd Giuseppe Luigi Cucca ha detto «nulla è ancora perduto», dentro i Dem aumentano le richieste di riprendere il dialogo con tutte le forze autonomiste in campo. Lo ha scritto anche il deputato uscente Emanuele Cani, capolista alla Camera nel 2013. «La politica è fatta di collegialità e pluralità all’interno di progetti condivisi. E più che di steccati e fossati, servono ponti. Per questo – ha scritto in un comunicato – è necessario lavorare e adoperarsi affinché possa riprendere il dialogo e la discussione, finalizzata a un progetto che riconnetta il Partito democratico a quelle forze autonomiste con l'unico obiettivo di mettere i sardi al primo posto». Per concludere: «Nell'affrontare questi temi ognuno di noi, dentro e fuori il Pd, deve dimostrare di avere un grande senso di responsabilità. Prima i sardi e la Sardegna».

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