La Nuova Sardegna

La ragazza: «Mi sento sassarese al 100 per cento»

La ragazza: «Mi sento sassarese al 100 per cento»

Fatou è arrivata in Italia quando aveva 7 mesi. Frequenta il liceo linguistico e vuol fare l’interprete

12 gennaio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Integrazione? A quindici anni, quando hai tutta la vita spalancata davanti, i problemi sono altri. Quelli di una normale ragazzina che studia, fa sport, si fa una pizza con gli amici.

Sei soddisfatta, Fatou, per la cittadinanza sportiva? «Eja», è la risposta che più sassarese non potrebbe essere. «Molto – prosegue –. Per me significa molto ma mi rendo conto che è solo un primo traguardo. Ho già imparato che per raggiungere i tuoi obiettivi devi fare dei sacrifici».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.16343913:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2018/01/12/news/ius-soli-grazie-allo-sport-la-felicita-di-fatou-15-anni-1.16343913]]

Glielo ha insegnato la famiglia, glielo sta insegnando lo sport. E lei non si tira indietro. Massimo impegno in palestra durante gli allenamenti, e dietro il banco. «Studio al Liceo linguistico internazionale, poi ho intenzione di andare all’università. Farò l’interprete? Si vedrà. Di sicuro mi impegnerò al massimo per poter essere autonoma».

Ha le idee chiarissime, Fatou, diminutivo di Fatima. Anche nello sport, che le ha spalancato una finestra sul mondo. Ancora non se ne è resa conto, ed è giusto così, perché quello della cittadinanza per lei non è un problema: «Io mi sento sassarese – spiega con un sorriso solare –, i miei amici sono sassaresi. Non ho amici senegalesi. No, neanche uno. Perché? Non so. So cosa significa il termine integrazione –prosegue –, ma in Senegal ci sono solo nata, da quando ho 7 mesi vivo a Sassari, del Senegal non ricordo proprio niente. Non frequento la comunità». Frequenta le compagne della Lions, e anche in questo campo vuole andare avanti. «Voglio andare avanti – spiega –, e sono disposta ad allenarmi tanto e a fare tanti sacrifici. Come fa per me la mia “famiglia sassarese”, Adelaide e Mariolino, che mi seguono quando mia madre lavora. Senza di loro non avrei mai fatto pallamano». Ha le idee chiare: «Per ora gioco nelle giovanili, ma con la cittadinanza sportiva potrò giocare anche in A2. Dovrò faticare per conquistarmi un posto ma so di poter crescere e voglio farlo, voglio migliorare anche tecnicamente. In quale ruolo? Mi piace fare il centrale e il terzino sinistro. Voglio giocare e divertirmi – conclude –, voglio studiare e studiare. Tanto, tanto e tanto per diventare qualcuno, da grande».

E magari, la prossima intervista gliela chiederanno per un’impresa nella pallamano, e non per un banale certificato di cittadinanza. (mac)
 

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative