La Nuova Sardegna

Psd’Az, 3 richieste al Pd E tra i Dem è toto seggio

Psd’Az, 3 richieste al Pd E tra i Dem è toto seggio

I sardisti vogliono riforma dello Statuto, tutela della lingua e continuità via mare Per il segretario democratico Cucca si potrebbe riaprire la grana candidature

12 gennaio 2018
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CAGLIARI. Il Pd ha rinviato a data da desinarsi la direzione regionale convocata una settimana fa. Potrebbe essere un buon segnale, vorrebbe dire che non sono finite in malo modo le trattative con i possibili alleati fuori dal perimetro del centrosinistra e bisogna spettare. Ma il rinvio potrebbe essere anche un pessimo presagio. Questo: le tre correnti interne, renziani, popolari riformisti, e soriani sono lontane dall’accordo – leggi a chi dovranno essere assegnati i posti sicuri, non più di tre – sulle candidature per le Politiche di marzo. Diverse indiscrezioni sostengono che c’è un po’ dell’uno e dell’altro. Perché per esempio solo domani, a Oristano, il Consiglio nazionale del Psd’Az svelerà con quale fronte vuole allearsi, dopo aver ricevuto una proposta anche dal centrodestra. Poi il secondo possibile motivo del rinvio: fra i Dem sono di nuovo in molti a sgomitare per entrare in Parlamento. Non sono solo deputati e senatori uscenti, una decina in tutto, ma anche altri si sarebbero messi in corsa. Come Marco Meloni, soriano e lettiano allo stesso tempo, che nel 2013 era stato candidato dalla segreteria nazionale in un collegio della Liguria e lì aveva vinto. Ora per lui non ci sarebbe più posto sulla terra ferma e lo starebbe cercando in quella natale. Sostenuto da Soru, punterebbe al collegio uninominale di Cagliari per la Camera: non è blindato, ma con una aggressiva campagna elettorale, potrebbe riuscire a conquistarlo. Però, secondo altri, se dovesse aumentare il carico dei pretendenti, salterebbe di nuovo l’equilibrio fra le correnti. Quello ottenuto a fatica dal segretario Giuseppe Luigi Cucca, con una mappa in cui ogni componente aveva, bene o male, un posto abbastanza al sole in questa stagione di possibili vacche magre. Si vedrà come andrà a finire sia la trattativa con gli alleati, Psd’Az in testa dopo la strappo ormai definitivo col Partito dei sardi, sia la dialettica interna.

Sardisti. All’incontro dell’altro giorno, a Roma, con la segreteria nazionale del Pd, Christian Solinas non s’è presentato a mani vuote. Sono tre le pregiudiziali poste da chi guida il Psd’Az. Nei primi cento giorni della nuova legislatura nazionale, è «indispensabile l’impegno formale che il Parlamento discuta e approvi una legge di riforma dello Statuto speciale, con anche la tutela linguistica e socio-culturale del sardo sul modello valdostano e altoatesino». Poi «dovranno passare alla Sardegna le competenze primarie su bellezze naturali e beni culturali con la regionalizzazione delle Sovrintendenze». Un altro passaggio della richiesta è stato ancora più dettagliato: immediata trattativa su entrate e accantonamenti, trasferimento delle competenze, ora in carico allo Stato, sulla continuità marittima territoriale e l’immediato avvio della zona franca nelle aree portuali già individuate da una legge nazionale che risale alla fine degli anni novanta. Per chiudere, con un nuovo Piano di rinascita, il «riconoscimento da parte di tutti gli alleati del valore politico, storico e culturale del sardismo» e «la presenza, in tutta Italia, del nostro simbolo nei collegi proporzionali, con la possibilità di riportare i candidati del Psd’Az in Parlamento». È molto o poco? Preso atto del pacchetto, la segreteria nazionale del Pd ha annunciato una risposta prima del Consiglio nazionale dei sardisti di domani. È quindi possibile per oggi un vertice riservato fra Cucca e Solinas. Sarà decisivo.

Indipendentisti. Il Progetto per l’Autodeterminatzione ha annunciato per domani, a Cagliari, la presentazione del simbolo con cui si presenterà alle Politiche. Il giorno dopo, a Bauladu, è stata convocata l’assemblea generale di partiti e movimenti della coalizione per decidere le candidature. Sempre sul fronte indipendentista non si sa ancora se il Partito dei sardi, dopo aver chiuso la porta al Pd, presenterà o meno delle liste. Se lo dovesse fare, potrebbe aver trovato un alleato: è Progress, con cui, in questi giorni, ha cominciato a dialogare su un «progetto comune di convergenza nazionale». (ua)

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