La Nuova Sardegna

Sardegna, povera una famiglia su sette: Nord Ovest sempre più giù

Silvia Sanna
Sardegna, povera una famiglia su sette: Nord Ovest sempre più giù

Allarme nel Sassarese: la disoccupazione è in aumento. In controtendenza Ogliastra e Nuorese

12 gennaio 2018
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SASSARI. La grande crisi ha messo ko soprattutto il Sassarese. È nel Nord Ovest che la disoccupazione ha fatto il balzo più allarmante: dal 9,9% del 2007 al 21,9% del 2016. A livello provinciale è il dato più alto dopo quello del Medio Campidano e supera di 4 punti e mezzo quello regionale.

La disoccupazione in Sardegna è calata: dopo il picco del 2014, con la percentuale del 18,6 – la più alta dall’inizio della grande crisi – a piccoli passi è iniziata la risalita. Ora la media regionale è 17,3, quasi 6 punti in più rispetto alla media nazionale (11,7 %). Ma colpisce il fatto che nell’isola ci sono zone in cui la ripresa, a guardare i numeri, non si vede: al contrario, l’esercito dei senza lavoro è in aumento.

Luci e ombre. La Regione ha messo in fila dati e percentuali incrociandoli con quelli dell'annuario Istat, che ha fatto una fotografia accurata dello stato di salute dell'isola prendendo in esame diversi parametri ed ambiti: lavoro, istruzione, spesa media, livello di soddisfazione. Il risultato che viene fuori è quello di un'isola in affanno che fatica a risollevare la testa. I sussulti ci sono ma non dappertutto. La Sardegna resta indietro rispetto alla media nazionale e il divario - per quanto riguarda la disoccupazione - rispetto a 9 anni fa è quasi raddoppiato. Sugli occupati il rapporto è invece di 1 a 3: la Sardegna dal 2007 ne ha perso 3 su 100, la media nazionale segna invece -1. Nel dettaglio, nell'isola il tasso di occupazione nella fascia d'età 20-64 anni è 53,6, il dato migliore dal 2012. La media nazionale è invece 61,6 ed è il dato più alto dal 2009.

Le province giù. Non solo Sassari, ma anche il Medio Campidano e il Sulcis. È questa la triade delle province o ex province nelle quali la grande crisi ha aggredito con maggiore violenza territori economicamente già fragili. In queste zone la disoccupazione aumenta e il numero degli occupati cala. Questo il dato di Sassari: nel 2015, l'anno di inizio della ripresa, gli occupati sono passati da 54,9 a 49,9. È il dato peggiore nell'isola, che si riflette sulla percentuale di disoccupati: erano il 16,7% nel 2015, sono diventati il 21,9% nel 2016.

Le province su. A sorpresa, tra i territori in cui la fuga dalla crisi mostra un passo più svelto, spicca l'Ogliastra: +4% per quanto riguarda il numero degli occupati, -4% il tasso di disoccupazione fermo a 12,2%, il dato più basso dell'isola e vicinissimo alla media nazionale. Il secondo dato migliore è quello di Nuoro, 12,7%, che ha visto crescere di 4 punti anche il numero di occupati. In crescita anche la Gallura e l'Oristanese ma è la provincia di Cagliari a vantare il tasso di occupazione più elevato: 57%, uguale a quello del 2007.

Povertà e rinunce. Una famiglia su sette vive in una condizione di povertà relativa: in totale 106mila famiglie che spendono per consumi una cifra inferiore alla soglia di povertà: 1.050 euro al mese a persona. Più del doppio, 225mila famiglie, vive una situazione di disagio economico e il 40% del totale delle famiglie pensa che la sua situazione finanziaria sia peggiorata rispetto all'anno precedente, appena il 7% dice che è migliorata. Ma c'è anche un altro indicatore molto significativo: è quello di deprivazione, cioè le rinunce che i sardi sono obbligati a fare per mancanza di soldi. Nell'isola l'indice è 32,3 su 100, molto più alto rispetto al dato del 2012 (23,7) e nettamente superiore rispetto a quello nazionale (23,4). Una famiglia sarda su 3 ha dichiarato almeno 3 delle 9 deprivazioni elencate: tra le più frequenti ci sono le vacanze lontano da casa, l'impossibilità di riscaldare adeguatamente la propria casa, un pasto adeguato (a base di proteine) almeno ogni due giorni, almeno un pagamento arretrato tra rate del mutuo, affitto o bollette varie.

La spesa cresce. Più famiglie povere rispetto alla media nazionale ma situazione comunque più rosea rispetto al Mezzogiorno: la conferma arriva dai dati sulla spesa delle famiglie, che in Sardegna - nonostante i redditi più bassi - è più alta ed è in crescita dal 2012.

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