La Nuova Sardegna

Il giudice riporta in Sardegna un'insegnante trasferita in Lombardia

Il giudice riporta in Sardegna un'insegnante trasferita in Lombardia

Storica sentenza a Como. Il sindacato Uil scuola:"Un precedente giurisprudenziale unico in Sardegna"

13 gennaio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





cOMO. Una docente sarda trasferita a Como è stata riportata nell'isola dal giudice. Il provvedimento cautelare, che aveva già disposto il ritorno a casa dell'insegnante, è stato confermato dalla sentenza del Tribunale di Como. Ed è la prima volta che il pronunciamento affronta, per una prof sarda, la questione sul merito dando ragione alla ricorrente. Una sentenza storica.

Il caso è stato patrocinato dagli avvocati Nicola Norfo e Elisabetta Mameli per Uil Scuola Cagliari su impulso del segretario provinciale Giuseppe Corrias. «Gli avvocati e il sindacato Uil Scuola Cagliari- si legge in una nota - esultano soddisfatti per il risultato raggiunto che costituisce un precedente giurisprudenziale unico in Sardegna. I diritti del docente di ruolo ad occupare i posti di sostegno vacanti a preferenza dei docenti a tempo determinato sono stati rispettati, ci si augura a tal punto che i diversi contenziosi ancora in essere nei diversi tribunali italiani e sardi possano essere definiti seguendo lo stesso principio giurisprudenziale».

La docente, assegnata a un istituto di Tavernerio, in provincia di Como, aveva chiesto l'assegnazione in Sardegna su posto di sostegno per stare vicina alla famiglia. E nel precedente anno scolastico era stata accontentata ed era riuscita a lavorare a Quartu. Nel 2017, con l'avvio delle lezioni, niente da fare: il Ministero non ha ribadito il benestare concesso dodici mesi prima. Ed è ricominciato l'esodo anche lontano dalla Sardegna. Non solo per la docente che ha vinto il ricorso, ma anche per tanti altri colleghi. E i posti di sostegno non occupati da personale non specializzato? Sono andati ai precari non di ruolo.

La sentenza, invece, è molto chiara: «Appare logico che in assenza di titolo di specializzazione debbano essere utilizzati per la copertura delle assegnazioni provvisorie docenti già in ruolo piuttosto che precari posto che l'assegnazione provvisoria è espressamente prevista per ragioni che involgono prevalentemente il ricongiungimento col nucleo familiare o gravi esigenze di salute che appaiono sicuramente più pregnanti laddove riguardino soggetti che proprio perché docenti di ruolo si suppone abbiano maggiore anzianità e siano maggiormente radicati in un determinato territorio con situazioni familiari ormai consolidate».

E ancora: «Inoltre, la maggiore competenza, anzianità ed esperienza presumibilmente acquisite dagli insegnanti di ruolo rispetto ai precari giustifica vieppiù che i primi debbano essere preferiti ai secondi, in mancanza del titolo di specializzazione, in considerazione della particolare delicatezza dell'insegnamento su posti di sostegno»

In Primo Piano
Stagione 2024

Turisti più attenti: è boom di prenotazioni anticipate

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative