La Nuova Sardegna

Il debutto di “Autoderminatzione”

di Stefano Ambu
Il debutto di “Autoderminatzione”

La coalizione indipendentista, che riunisce otto sigle, parteciperà alle Politiche

14 gennaio 2018
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CAGLIARI. Otto forze, un nome e una bandiera – anzi, un logo che nei colori richiama il vessillo dei quattro mori – per convincere gli elettori a votare sardo alle prossime elezioni “italiane” del 4 marzo. Il nome della coalizione è anche nella parte superiore del simbolo: “Autoderminatzione”. Con il “tz” e il disegno stilizzato del carrabusu, lo scarabeo sardo, che esplicitano la matrice isolana del progetto “politico e culturale”. Una parola, autodeterminatzione, che ne comprende un’altra: natzione. Le forze sono Sardegna possibile, Gentes e Comunidades (già sentiti e votati durante le ultime regionali con Michela Murgia a capo della coalizione), Rossomori, Sardigna Natzione, Sardos, Irs e Liberu. La coalizione si presenterà alle elezioni in tutti i collegi uninominali e plurinominali della circoscrizione Sardegna. Sia alla Camera sia al Senato. Il discorso alleanze nazionali è praticamente chiuso in partenza. «Ci alleiamo – ha detto il portavoce Anthony Muroni – con la Sardegna e con i sardi». Termini molto chiari: «Questo è un progetto di rottura. Siamo qui per un momento elettorale. Ma le elezioni non sono il solo nostro obiettivo. C’è anche la cultura: vogliamo dire che i sardi sono capaci di autodeterminarsi. Anche se non dovessimo essere rappresentati in Parlamento il progetto andrà avanti». Il passato? Muroni si riferisce soprattutto agli ultimi 25 anni. «Troppo dipendente dalla classe politica romana», ha spiegato. Poi il programma. Con una particolarità: più centralità ai comuni. «Il vecchio sistema va scardinato – ha detto – le amministrazioni locali vanno responsabilizzate e devono crescere di importanza. Spesso sono andate a chiedere e sono state costrette a tornare a casa con le pive nel sacco. Ma non deve funzionare così: i comuni sono gli enti più vicini ai territori». Muroni ha attaccato la riforma degli enti locali e quella della rete ospedaliera. Assoluta opposizione anche alla visione della giunta Pigliaru sulla legge urbanistica. Nel programma c’è anche la continuità territoriale: «Quella proposta nelle ultime due legislature – ha detto – non funziona. Funzionava bene invece con la proposta Attili, Cerchiamo altri modelli. Uno è a poca distanza da noi, in Corsica». «Sulla mobilità interna sono in corso dei laboratori molto interessanti – ha detto Muroni – che prevedono anche l’utilizzo dei vecchi percorsi ferroviari». Un’azione, quella di Autodeterminatzione, che si rivolge sia alle campagne sia alle città. Muroni ha parlato anche di progressivo smantellamento delle servitù militari e di bonifiche: «Vere e pagate dallo Stato». E ha affrontato anche la questione linguistica. Obiettivo: un sardo standardizzato scritto ma anche valorizzazione delle varianti parlate locali. Centrale nel programma anche la scuola: «Deve essere il centro di tutte le comunità sarde», ha sottolineato Muroni. Che ha aggiunto: «La Sardegna è terra di accoglienza. Superiamo l'emergenza e diamo spazio alla progettualità per inserire le persone e le famiglie di chi è stato costretto a rivolgersi alla nostra terra. Progetti che consentano integrazione e dignità». Infine, siluri sulla gestione della vicenda entrate e degli accantonamenti da parte della giunta Pigliaru.

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