La Nuova Sardegna

La ministra in Sardegna, appello dei docenti con le valigie

Un flash mob organizzato nel 2015 dagli insegnanti all'aeroporto di Elmas alla scadenza dei termini per le domande di assunzione (foto Mario Rosas)
Un flash mob organizzato nel 2015 dagli insegnanti all'aeroporto di Elmas alla scadenza dei termini per le domande di assunzione (foto Mario Rosas)

Il Comitato si rivolge alla responsabile della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli che oggi 15 gennaio sarà a Sassari e poi a Cagliari: c'è chi non ha speranze di tornare nell'isola o chi vive con la preoccupazione di un trasferimento improvviso

14 gennaio 2018
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SASSARI. Il Comitato delle valigie, il gruppo nato nel 2015 e formato dagli insegnanti sardi sempre a rischio di trasferimento nella Penisola, lancia un appello alla ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli in occasione della sua visita in programma oggi 15 gennaio a Sassari e nel pomeriggio a Cagliari.

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Dalla portavoce del Comitato, Bianca Locci, arriva una nota: "Una spada di Damocle - si legge nella nota - pende sulla testa di coloro che sono stati spediti fuori regione e che, per come si stanno mettendo le cose, temono di non potervi rientrare, così come coloro che, proprio perché in possesso dei titoli richiesti, si trovano ancora fuori provincia. Gentile ministra avrà avuto modo di constatare personalmente, quanto siano distanti l'una dall'altra le province in Sardegna e avrà senz'altro verificato che il mare ci separa dal resto della penisola. Ribadiamo che i posti qui ci sono ed è giusto che chi è stato assunto abbia al pari degli altri colleghi la possibilità di vivere dove ha scelto con la propria famiglia e possibilmente nella propria terra".

In ballo problemi economici e di sopravvivenza, con troppi dubbi sul futuro: "È ingiusto che alcuni lavoratori dello stesso comparto - continua il Comitato - debbano vivere vedendosi lo stipendio dimezzato per dover pagare viaggio, vitto e alloggio. E' vero che con le assegnazioni provvisorie è stato possibile (ma non per tutti) permanere nei posti occupati da sempre e sempre ancora disponibili, ma 'provvisorio' significa appunto qualcosa di incerto e dunque pur sempre precario. La spada che pende, perciò, non lascia certo dormire sonni tranquilli. Il presagio, in questo clima che vede il mondo della scuola avvolto nel caos, è fosco. C'è molto su cui meditare ministra e poco da aggiungere, urgono soluzioni concrete e definitive", conclude il Comitato.

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