La Nuova Sardegna

Fuori pericolo il ventenne colpito dalla meningite

Fuori pericolo il ventenne colpito dalla meningite

La Asl: il giovane di Senorbì si salverà. Ma in tutta la zona è corsa alle vaccinazioni L’esperto: «Nessun rischio per la popolazione. I casi non sono concatenati»

16 gennaio 2018
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CAGLIARI. È fuori pericolo il ventenne di Senorbì ricoverato a Cagliari per una meningite da meningococco di tipo B. A darne notizia è il responsabile della struttura malattie infettive del Santissima Trinità. «Il quadro clinico acuto è risolto – spiega Sandro Piga – il paziente risponde alla terapia, la prognosi è stata sciolta. Non ci sono più i rischi di una evoluzione sfavorevole. Ha avuto un decorso regolare, con qualche piccola alterazione dello stato di coscienza ma risolto in brevissimo tempo». Il ventenne aveva cominciato a stare male venerdì: dolori in tutto il corpo, un mal di testa fortissimo e febbre alta. All’inizio si pensava a una normale influenza, ma sabato la febbre è salita a 40 e sono aumentati anche mal di testa e nausea, tanto da spingere i genitori del ragazzo ad accompagnarlo in ospedale. Ed è qui che i medici capiscono che non si tratta di influenza di meningite, da meningococco di tipo B, quello più virulento che può portare alla morte. Come è successo a Luca Pisano, il 19enne di Tortolì, morto una settimana fa all’ospedale di Lanusei. I due giovani, tra l’altro, sarebbero stati nella stessa discoteca a Cagliari la notte di Capodanno, ma i due casi non sarebbero collegati perché è escluso un periodo di incubazione così lungo per la malattia.

La notizia del caso di meningite ha destato allarme a Senorbì e Guasila, i due paesi in cui si svolge la vita del ventenne. Un centinaio le persone sottoposte a profilassi tra familiari, amici e personale ospedaliero che è entrato in contatto con lui. A tutti è stata somministrata la terapia antibiotica. Anche la palestra di Guasila che il giovane frequenta ha postato un avviso su Facebook per invitare tutti gli iscritti ad andare alla Asl di Senorbì per sottoporsi a controlli precauzionali.

E ovviamente è anche scattata la corsa al vaccino. Anche perché si tratta del sesto caso in Sardegna nell'arco di poche settimane, anche se per uno di questi è stata accertata l'infezione da pneumococco, quindi una forma meno violenta e contagiosa: prima una studentessa universitaria a Cagliari. poi un anziano e la sua badante a Nuoro, infine un 50enne a Olbia. E poi il dramma di Luca Pisano, morto a 19 anni a Lanusei. «Non c'è da fare una corsa alle vaccinazioni: non siamo di fronte a un ceppo particolarmente virulento come accaduto in Toscana un paio di anni fa – dice Sergio Babudieri, professore associato di Medicina clinica e sperimentale dell'Università di Sassari –. In questo momento non c'è nessun elemento che faccia pensare a un pericolo per la popolazione e la situazione è assolutamente all'interno dei casi sporadici attesi». Babudieri esclude anche legami tra i casi di meningite. «Non c'è nessun segno di epidemia e i casi tra di loro non sono concatenati tranne i due di Nuoro che erano conviventi, la badante e il suo assistito – dice ancora il docente – e tecnicamente parliamo di un mini focolaio. Rispetto alle denunce fatte, il report dell'Istituto superiore di Sanità per la Sardegna segnala che i casi di infezione delle meningi si attestano tra i 16-25 all'anno, 4-5 episodi a trimestre. Sta accadendo esattamente quello che è successo negli anni scorsi. Quello che mette un attimo di allarme la popolazione - è il fatto che questi casi sono ravvicinati nel tempo, ma siamo nell'ambito dell'atteso». (al.pi.)

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