La Nuova Sardegna

Nuovo caso a Orgosolo scoperto cinghiale infetto

Nuovo caso a Orgosolo scoperto cinghiale infetto

Dopo i maiali abbattuti una settimana fa nella stessa zona dall’Unità di progetto Regione e zooprofilattico: pericoloso per l’uomo, consumate prodotti certificati 

17 gennaio 2018
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ORGOSOLO. Ora è chiaro che il pericolo rappresentato dalla Trichinella è reale e va affrontato con grande decisione. Un cinghiale cacciato domenica a Orgosolo, in località Fundales, è risultato positivo ai controlli sulla presenza della pericolosa malattia. Lo ha comunicato ieri l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Nuoro che ha eseguito le analisi di laboratorio sui campioni consegnati dai cacciatori.

Non si tratta infatti di un caso isolato. La notizia della presenza del pericolosissimo parassita, che può essere anche letale per l’uomo, arriva a pochi giorni dal ritrovamento della Trichinella nei maiali abbattuti il 9 gennaio scorso, sempre nell’agro di Orgosolo in località Pradu, dagli uomini dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna. L’ultimo ritrovamento di cinghiali infetti risale invece al 27 novembre del 2016 quando il parassita fu riscontrato in un gruppo di 9 animali, sempre cacciati nella zona di Orgosolo.

Dopo questa scoperta l’assessorato regionale all’igiene e sanità lancia un allarme insieme all’UdP e l’Izs: «Questo ulteriore riscontro di Trichinella conferma che i consumatori del centro Sardegna sono esposti ad un pericolo reale». L’appello a tutti i consumatori di carni suine viene di conseguenza: «Acquistate prodotti sicuri, certificati e sottoposti ai dovuti controlli sanitari. Non portate in tavola carni o insaccati di dubbia provenienza, che mettono a rischio la salute delle famiglie e in particolare dei soggetti più vulnerabili: bambini e anziani». L'Unità di progetto ha ricordato, inoltre, che «gli allevatori di suini che non lo abbiano ancora fatto continuano ad avere la possibilità di regolarizzarsi ed evitare così ogni rischio per la salute propria e delle proprie famiglie. In ogni caso, la Regione continuerà la lotta al pascolo brado illegale».

La scoperta della presenza di Trichinella sul cinghiale è stata resa possibile dalla normativa per la lotta alla Psa, la quale prevede che i cacciatori che operano nei macroareali infetti dalla malattia (le cosiddette zone rosse) devono prelevare obbligatoriamente, su tutti i cinghiali abbattuti, un campione di diaframma per la ricerca della Trichinella, oltre a un campione di sangue per la ricerca degli anticorpi Psa e un campione di milza per la ricerca virologica riguardante sempre la peste suina africana.



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