La Nuova Sardegna

Zone interne e cultura, tesori da sfruttare

Zone interne e cultura, tesori da sfruttare

Gli addetti ai lavori: siamo in ritardo, scommettiamo sulla ricettività diffusa per andare oltre l’estate

21 gennaio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il piano di rilancio e di diffusione del turismo 2.0 nell’isola deve comprendere lo sviluppo di un nuovo orizzonte e di una particolare categoria di visitatori che preferisce vivere un’esperienza a contatto con la storia e la natura dell’isola piuttosto che il classico soggiorno balneare: «Non posso che condividere le idee e la posizione dell’assessora Barbara Argiolas – spiega Agostino Cicalò, presidente della Camera di commercio di Nuoro e organizzatore di Autunno in Barbagia –, ha messo in evidenza l’esigenza di creare un sistema turistico e effettivamente non possiamo pensare di continuare a vivere di eventi slegati. Dobbiamo fare parte di un sistema e la Dmo (lo strumento che coordinerà il sistema turistico) sarà il punto di unione di tutti gli elementi. Autunno in Barbagia, ad esempio, va benissimo ma deve appartenere a un coordinamento generale, gestito dalla Regione, che permetta ai tour operator che operano fuori stagioni di proporre e programmare le esperienze nel territorio sfruttando anche i 16 appuntamenti della manifestazione. E per iniziare a camminare da soli non servono nuovi alberghi, sfruttiamo piuttosto la ricettività diffusa e poi, quando la Sardegna sarà una destinazione turistica, arriverà il tempo dei nuovi alberghi». Un altro segmento che farà parte del sistema è quello culturale, con l’archeologia in primo piano. Ma anche in questo settore serve un robusto restyling: «Prima di tutto sarebbe da cancellare la gestione precaria delle aeree archeologiche – spiega Sergio Cardia, presidente regionale dell’Agci –. È impossibile immaginare di programmare un percorso di crescita se le coop che gestiscono i beni archeologici hanno contratti che vengono rinnovati di anno in anno». Ed è per questo che, a parte qualche eccezione, il settore è in netto ritardo: «Manca tutto il contorno – aggiunge Cardia –, non esistono supporti audiovisivi, mancano i bookshop e anche i punti vendita per il merchandising. Insomma, siamo indietro di decenni nonostante il nostro patrimonio sia enorme. Anche la cartellonistica è insufficiente, deve essere aggiornata. E per quanto riguarda la ricettività, perché non creare o sfruttare gli alberghi diffusi? Sono competitivi economicamente, non consumano il territorio e offrono un’esperienza di vita a stretto contatto con le realtà che si visitano». (c.z.)

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative