La Nuova Sardegna

Rete dorsale del gas, la Regione: no ai progetti spezzatino

Roberto Petretto
Rete dorsale del gas, la Regione: no ai progetti spezzatino

L’assessorato all’Ambiente presenta alcune osservazioni sul progetto Snam, contestata anche l’ipotesi di dividere l’intervento in lotti più piccoli 

22 gennaio 2018
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ORISTANO. Quello spezzatino alla Regione non va giù. Troppo indigesta, per l’assessorato all’Ambiente, l’idea di suddividere il progetto per la realizzazione della dorsale sarda in una serie di interventi più piccoli. L’occasione per esternare il dissenso è data dalla presentazione delle osservazioni al progetto della Snam per la metanizzazione della Sardegna.

Una delle tre osservazioni presentate al ministero (le altre sono dei Comuni di Sestu e di Santa Giusta) arriva dall’ufficio della direzione generale dell’assessorato all’Ambiente che ha ritenuto di «dover ribadire l’opportunità di effettuare una valutazione unitaria dei progetti proposti» con lo scopo di «evitare qualsiasi frazionamento delle valutazioni, una più adeguata stima degli impatti e, infine, una migliore gestione dell’economia dei procedimenti».

Le perplessità dell’assessorato partono da una considerazione sul quadro d’insieme. Innanzitutto per la coesistenza di due progetti analoghi: la dorsale del gas la vorrebbero realizzare sia la Snam che la Sgi (Società gasdotti Italia), peraltro con modalità molto simili. Nei mesi scorsi si era parlato anche di un accordo già raggiunto per l’unificazione dei due progetti, ma anche su questo aspetto la Regione auspica «un chiarimento/conferma degli impegni assunti e di un aggiornamento sullo stato della progettazione correlata» anche in relazione «alle necessità di valutare la sussistenza o meno di impatti cumulativi tra i due progetti».

Le perplessità dell’assessorato però vanno oltre. L’osservazione presentata al Ministero elenca tutti gli interventi legati all’idea di metanizzazione dell’isola, seppure limitati al tratto sud. Innanzitutto tre condotte principali per una lunghezza di 150 chilometri e otto linee secondarie per una lunghezza complessiva di 80 chilometri. Poi altre infrastrutture: il progetto Galsi che, seppure dato per morto, ha un’efficacia «prorogata con decreto per altri due anni»; i depositi costieri di Santa Giusta- Oristano proposti da Ivi, Higas e Edison; i due metanodotti citati e il terminale Gnl Isgas di Cagliari. Secondo la Regione c’è la «totale assenza di una valutazione degli impatti cumulativi» di questi interventi.

Altri dubbi riguardano la compatibilità dell’intervento «con il quadro di riferimento programmatico». Mentre sul quadro di riferimento progettuale la Regione fa notare che «nella documentazione presentata è completamente assente l’analisi delle alternative, fondamentale nelle procedure di Valutazione d’impatto ambientale, che la normativa in vigore impone di analizzare».

Sotto l’aspetto ambientale per l’assessorato mancherebbe «del tutto l’analisi degli impatti relativi alla componente atmosfera», sia nella fase della realizzazione del cantiere, sia in quella di esercizio dell’impianto.

Un maggiore dettaglio viene poi auspicato nelle analisi sugli aspetti legati all’acqua, al suolo, alla vegetazione. E sulla base delle indicazioni date dall’Ufficio tutela del paesaggio si chiede una rivisitazione del tracciato che segua, per quanto è possibile, la viabilità esistente e i confini catastali per evitare la parcellizzazione del paesaggio agrario».

Severo il giudizio sulla “valutazione di incidenza”: «Il documento non appare adeguatamente redatto» per una valutazione degli impatti sulle specie e gli habitat dei siti Natura 2000 coinvolti «considerato che non è stato esplicato il percorso logico che ha portato alla scelta del tracciato».

Ora la Snam potrà presentare delle integrazioni e dei chiarimenti ai rilievi mossi dalla Regione.

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