La Nuova Sardegna

il tar respinge il ricorso dell’associazione 

Stipendi e tetti di spesa: la Regione batte l’Aias

di Silvia Sanna
Stipendi e tetti di spesa: la Regione batte l’Aias

SASSARI. La Regione batte l’Aias: il Tar salva la delibera sui tetti di spesa e bacchetta l’associazione sul mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti. La decisione del tribunale amministrativo...

23 gennaio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La Regione batte l’Aias: il Tar salva la delibera sui tetti di spesa e bacchetta l’associazione sul mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti. La decisione del tribunale amministrativo arriva pochi giorni dopo il licenziamento di Michele Serra, sindacalista della Cgil, autista nella sede di Uta da 26 anni, accusato di avere diffamato l’azienda della famiglia Randazzo. Ora il Tar, respingendo il ricorso dell’Aias, afferma che eventuali contrasti legati a ritardi nei rimborsi non possono in alcun modo ricadere sui lavoratori, che invece debbono essere pagati con regolarità. La delibera della discordia mette questo punto nero su bianco e vincola l’accreditamento presso la Regione delle strutture di assistenza socio-sanitaria proprio alla correttezza nei pagamenti dei dipendenti. Gli avvocati della Regione, Sonia Sau e Alessandra Camba, e dell'Ats, Paola Trudu hanno sottolineato come «solo negli ultimi tre anni l'Aias ha ricevuto circa 119 milioni di euro a titolo di corrispettivi per le prestazioni erogate per conto del Servizio sanitario regionale e, nonostante ciò, ha sistematicamente omesso il pagamento delle retribuzioni ai propri dipendenti, anche fino a 8 mensilità, con conseguenti azioni di protesta e manifestazioni che hanno avuto inevitabili riverberi sull'attività lavorativa». I giudici hanno accolto la tesi della Regione e confermato che «la correlazione tra i crediti degli anni ottanta/novanta - contestati dalla Regione - e l'attuale situazione di inadempienza degli obblighi retributivi, non può sussistere e non si può ritenere che il mancato rispetto degli obblighi retributivi da parte di Aias nei confronti dei propri dipendenti sia addebitabile a presunti ritardati pagamenti dei corrispettivi». Per quanto riguarda la tesi dell’Aias secondo cui «la Regione non avrebbe competenza in ordine al rapporto privatistico tra l'associazione e i suoi dipendenti», il Tar sostiene che si tratta invece della «tutela dell'interesse pubblico al corretto svolgimento di una prestazione da parte di dipendenti di una struttura accreditata. La cronicizzazione di inadempienze, nel pagamento degli stipendi, per periodi molto lunghi, assume un disvalore che non può essere ignorato». E i lavoratori che in assenza di retribuzioni hanno chiesto l’applicazione dell’articolo 1676 (pagamento diretto da parte delle Asl) possono stare tranquilli: il Tar ricorda che già il Consiglio di Stato aveva autorizzato il ricorso a questa procedura. . «Siamo soddisfatti - dice l'assessore della Sanità, Luigi Arru - I giudici hanno ribadito quanto sosteniamo da anni: i lavoratori devono essere retribuiti e non può essere usato come alibi per la mancata corresponsione degli stipendi l'eventuale ritardo da parte della pubblica amministrazione. Ritardo non c'è, visto che l'Ats sta pagando le fatture con regolarità». (si. sa.)

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative