La Nuova Sardegna

porto cervo 

La strategia della “destinazione” per scegliere i vacanzieri d’élite

di Serena Lullia
La strategia della “destinazione” per scegliere i vacanzieri d’élite

INVIATA A PORTO CERVO. Basta subire il turismo. La Sardegna si sente matura per scegliere il tipo di vacanzieri che vuole. Di sicuro non quelli di agosto moltiplicati 12 mesi. Ma per capire quale...

28 gennaio 2018
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INVIATA A PORTO CERVO. Basta subire il turismo. La Sardegna si sente matura per scegliere il tipo di vacanzieri che vuole. Di sicuro non quelli di agosto moltiplicati 12 mesi. Ma per capire quale segmento del mercato intercettare deve prima di tutto avere le idee chiare su chi è, su cosa pensano di lei i turisti, cosa promuovono e bocciano dei servizi offerti. Da Arzachena arriva un buon esempio di lavoro che va in questa direzione. La Dmo, la Destination management organization è alle battute finali. Una bella collaborazione tra Comune, imprenditori e addetti del settore. Dall’assessore regionale al Turismo, Barbara Argiolas, arriva un plauso al gruppo di lavoro che ha dato forma alla Dmo. Ma anche un invito ad andare oltre i confini di Arzachena. Una Dmo allargata, di Gallura.

Dmo di Gallura. L’assessore Argiolas partecipa all’incontro finale del percorso Dmo di Arzachena avviato a settembre e coordinato dall’assessore comunale Stefania Filigheddu. «Mi soddisfa quanto è stato fatto – dice Argiolas –. Ma mi piacerebbe che questo progetto cominciasse come Dmo allargata, una Dmo della Gallura. Questo territorio è sicuramente il pezzo più importante della Sardegna in ambito turistico. I dati non sono ancora ufficiali ma nel 2017 l’isola cresce rispetto al 2016 di un milione di presenze. Arzachena supera i 5 milioni, 4 milioni e mezzo li fa l’alberghiero. Chiedo di fare un supplemento di indagine per verificare se altri comuni, anche non turistici, possano entrare nella destinazione per le posizioni o le attività complementari che potrebbero offrire». L’assessore fa poi un ragionamento più complesso. Parla di strategia, come condivisione di un’idea. Di fiducia nel progetto, di vendita del prodotto

Strategia. «La legge regionale sul turismo traccia una ipotesi di come stare insieme – spiega –. Poi dobbiamo scegliere che turismo vogliamo. Nel momento in cui decidiamo che da solo il balneare non basta più si deve allargare la rosa di operatori con cui definire progetti e nuovi prodotti».

Fiducia. Tenere aperti gli hotel non basta per convincere i turisti a venire in Sardegna in primavera. «Serve il bar, il ristorante, il negozio – prosegue l’assessore –. La parola chiave diventa quindi fiducia da parte degli imprenditori nella strategia. Certo decidere di aprire oggi è un investimento che comporta costi. Altrettanto vero che anche noi possiamo fare di più. Sono fortemente ambientalista ma penso che gli hotel abbiano necessità di adeguarsi al mercato. Credo che i tempi siano maturi perché il Consiglio approvi una legge urbanistica che metta al centro la tutela del paesaggio ma crei anche le condizioni per adeguare alberghi nati 50 anni fa».

Conoscenza. Argiolas insiste poi sulla necessità di conoscere come la Sardegna viene percepita. «Posso dirvi che il mercato francese in questo momento percepisce come inaccettabile i costi del trasporto dall’aeroporto all’hotel – sottolinea –. Conoscere ci permette di intervenire e lavorare sulla qualità».

Qualità. «Non mi piace parlare solo di presenze. Preferisco lavorare non sul prezzo al ribasso ma sulla qualità del servizio. Attenti a politiche al ribasso. Abbiamo avuto territori che hanno inseguito questo tipo di strategia. Penso ad Alghero. Riposizionare un mercato non è poi cosi semplice. Non fermiamoci alle presenze, cominciamo a scegliere chi vogliamo».

La sfida. «Non si va da nessuna parte da soli – conclude l’assessore –. Stare insieme però non è prendere ma dare. È condividere. Strategie, know how»



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