La Nuova Sardegna

Cappellacci: «Tutti uniti Forza Italia è la svolta»

di Luca Rojch
Cappellacci: «Tutti uniti Forza Italia è la svolta»

Il coordinatore punta su trasporti, lavoro e zona franca per strappare voti all’M5S E sul velista Mura rivela: «Prima aveva chiesto a noi di essere candidato» 

31 gennaio 2018
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SASSARI. Gli azzurri sognano un futuro rosa. Per Forza Italia le Politiche sono un punto di svolta nell’isola, una affermazione forte potrebbe aprire le porte anche della Regione. Il coordinatore regionale Ugo Cappellacci lo sa e si concentra sul risultato. Cerca di spazzare via le polemiche interne dopo le scelte dei candidati e parla del programma.

Soddisfatto delle liste?

«Sì, assolutamente. È una squadra che credo rispecchi il giusto equilibrio tra esperienza e rinnovamento. Tra volti nuovi ed esponenti di esperienza. Come ho detto da tempo si deve essere capaci di creare una nuova classe dirigente. E credo che le new entry lo saranno».

Ma le scelte hanno creato più di un malumore tra gli esclusi eccellenti.

«Beh, è normale. È il segno che in tanti vogliono partecipare, credono al progetto e ci mettono l’anima. Forza Italia ha tante carte da giocare. I posti purtroppo sono limitati e dobbiamo fare di necessità virtù. Era impossibile accontentare tutti. Ma sono certo che tutti daranno il loro contributo alla causa e sosterranno i candidati».

Il Psd’Az ha preferito fare l’accordo con la Lega. Poi ve lo siete ritrovati in coalizione e avete dovuto concedere qualche posto. Non lo trova un effetto un po’ strano di questa legge?

«Sì più che altro sarebbe stato più naturale fare l’accordo con noi. Abbiamo già sottoscritto una piattaforma programmatica col Psd’Az nel 2009 e nel 2014. Abbiamo portato avanti insieme battaglie storiche».

Ma è vero che non è bastata neanche la telefonata di Berlusconi a convincere Solinas?

«Sì, gli ho passato il telefonino e il cavaliere ha parlato con Christian davanti a me. Ma noi non potevamo dare tutte le garanzie che loro chiedevano. Detto questo sono felice che i sardisti siano rimasti nel centrodestra».

La spaventano i sondaggi? Forza Italia è in crescita, ma i 5 Stelle sono davanti, anche nei collegi uninominali.

«I 5 Stelle in Sardegna fanno risultati superiori al resto di Italia. Il motivo è semplice, trovano terreno fertile. Nell’isola ci sono grande malessere e disagio. E il voto 5 Stelle è un voto di pancia. Un voto di protesta. Sono convinto che da qua al 4 marzo saremo in grado di far riflettere le persone e portarle sul terreno delle cose concrete. Dei fatti e delle proposte per cambiare la Sardegna».

A proposito di competizione, lei è in un girone di ferro a Cagliari contro Luciano Uras e il velista Andrea Mura.

«Sarà una sfida divertente. Andrea Mura è un caro amico e uno sportivo. Credo che nessuno lo abbia sostenuto quanto me. Quando ero governatore la Sardegna ha sponsorizzato le sue imprese. Altri non lo hanno fatto. Per quanto ne so Andrea non credeva nel progetto 5 Stelle, anche perché aveva chiesto a noi di essere candidato. Vorrei sapere come fa a schierarsi con il partito che ha tagliato le olimpiadi del 2024 a Roma, che avrebbero dato a Cagliari la possibilità di avere la sede per le regate».

Ma se vincerà farà il bagno nel Tevere?

«Assolutamente no. Io lo faccio solo nel nostro fantastico mare».

Cosa pensa della legge urbanistica che la giunta vuole approvare?

«Non mi piace. Perché è una legge viziata da un pregiudizio ideologico della sinistra. Per noi lo sviluppo passa dal rispetto dell’ambiente e dal rilancio dell’edilizia. Per noi l’ambiente deve essere a servizio dell’uomo. Non vogliamo costruire sull’acqua, ma in tutto il mondo si mostra come si può fare edilizia e valorizzare il territorio. L’equazione mattone distruzione dell’ambiente è una mistificazione della sinistra. Dobbiamo sostenere il turismo e rinnovare le nostre strutture ricettive».

Un altro nodo fondamentale è costituito dai trasporti, via cielo e via mare.

«C’è una primo vulnus da risolvere, l’accordo sulle Entrate stipulato da Soru che ha spostato sulle casse della Regione il costo della Continuità. Una follia. Se siamo parte dell’Italia il diritto alla mobilità deve essere a carico dello Stato. Perché dobbiamo avere i diritti di tutti gli altri cittadini italiani. C’è un altro punto che riguarda la continuità marittima. Noi partecipiamo al tavolo della continuità solo grazie a un mio ricorso. Ma non basta avere diritto di parola. Serve che la Regione gestisca alla base questo processo».

La Regione lavora a una holding per i tre aeroporti sardi. Cosa ne pensa?

«Noi avevamo pensato a una cabina di regia che facesse un’unica programmazione per i tre scali. L’operazione della giunta Pigliaru mi sembra più concentrata su quote societarie e proprietà. Cose che non mi interessano e non trovo giuste».

Ma lei ci crede davvero alla zona franca?

«Certo ci ho sempre creduto e sono convinto sia realizzabile. Certo è una cosa diversa dalle tesi fantascientifiche della sindaca di Giave. E non ha ragione neanche il Pd quando dice che non è realizzabile. Al contrario, si può fare ed è una opportunità di crescita reale per la Sardegna».

Quali sono secondo lei le priorità per i sardi?

«Prima di tutto la libertà e la dignità per i cittadini. La possibilità di avere una famiglia e avere una istruzione. Per fare tutto questo serve il lavoro. Per questo è il nostro primo obiettivo».

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