La Nuova Sardegna

I satelliti spia scopriranno gli abusi edilizi grazie al progetto di una società algherese

di Gianmario Sias
I satelliti spia scopriranno gli abusi edilizi grazie al progetto di una società algherese

Sotto la lente quattro comuni. NeMeA Sistemi, che dal 2015 è socia del distretto aerospaziale della Sardegna

02 febbraio 2018
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ALGHERO. «Calcoleremo un algoritmo che consentirà di misurare se i fabbricati si innalzano oppure no, offrendo alla pubblica amministrazione uno strumento formidabile per individuare abusi e interventi sui fabbricati». Parola di Michele Boella, fondatore e amministratore delegato di NeMeA Sistemi, una srl nata nel 2002 con sede legale a Sanremo e base operativa ad Alghero, specializzata nel campo dei sistemi informativi territoriali e geografici, che offre soluzioni altamente specializzate nell’integrazione di dati e sistemi. Titolare del modello di utilità Hydra, un drone acquatico dedicato al monitoraggio del fondale marino e lacustre via gnss e sonar, NeMeA Sistemi ha vinto il primo bando della Regione Sardegna dedicato all’aerospazio, uno dei settori su cui il governo Pigliaru punta maggiormente nell’ambito della strategia di specializzazione intelligente della Sardegna.

NeMeA Sistemi, che dal 2015 è socia del distretto aerospaziale della Sardegna, è pronta a sperimentare in diverse parti dell’isola nuovi strumenti per implementare le applicazioni già sviluppate, che riguardano il monitoraggio del territorio con tre obiettivi: osservare la linea di costa e tenere sotto controllo i fenomeni erosivi, individuare depositi e sedimenti in alveo fluviale per prevenire e scongiurare disastri ambientali, individuare manufatti ed edifici anche attraverso la vegetazione più fitta e così dichiarare una guerra senza quartiere agli abusi edilizi. Dopo i buoni risultati già ottenuti in diverse parti d’Italia, ora NeMeA è titolare di “SardOs – Sardegna Osservata dallo spazio”, un progetto da 1 milione e 450mila euro, su cui la Regione ha investito 950mila euro. «Attraverso satelliti radar monitoreremo quattro comuni “campione”: Arzachena, Alghero, Quartu e Capoterra – spiega Boella – il nostro algoritmo consentirà di misurare se i fabbricati si innalzano, e quindi di individuare abusi, grazie anche al supporto del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’università di Cagliari e alla docente Titi Melis».

In attesa che il progetto legato al calcolo dell’algoritmo si concretizzi, “Sardegna Osservata dallo spazio” è già pronto a partire «attraverso la messa in campo dell’uso combinato di radar a 600 chilometri di altezza, con una precisione di lettura di un metro planimetrico, che è il massimo consentito per uso civile, e un livello altimetrico preciso a due millimetri – descrive ancora Boella – e di droni acquatici in grado di monitorare i cambiamenti del fondale marino, perché quando il radar tocca l’acqua il segnale finisce». Tanto per fare un esempio, «stiamo già monitorando Capoterra, dove il fenomeno dell’erosione costiera procede a ritmi elevati», prosegue Boella. In pratica la dotazione strumentale consente «una contiguità tra emerso e sommerso che ci permette di monitorare in tempo reale la linea di costa e i cambiamenti che avvengono nel fondale marino, tenendo al tempo stesso sotto controllo abusi edilizi che possano aver accelerato certi fenomeni». Il sistema radar di cui dispone la società consente di mappare tutto l’edificato presente in un territorio. «Vediamo anche attraverso la coltre vegetativa – assicura Boella – se si costruisce un fabbricato il radar lo vede». Un’attività analoga ha già prodotto eccellenti risultati a Ventimiglia, consentendo di individuare diversi fabbricati abusivi e di punire gli evasori. «Vogliamo estendere il monitoraggio a tutta l’isola», conclude Boella.
 

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