La Nuova Sardegna

Il bestiario in politica, meglio gufo o avvoltoio?

La campagna elettorale entra nel vivo e il lessico della politica si arricchisce di modi di dire, di richiami storici, di connessioni, spesso azzardate, con altri mondi

02 febbraio 2018
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La campagna elettorale è entrata nel vivo e anche il lessico della politica si sta arricchendo di modi di dire, di richiami storici, di connessioni, spesso azzardate, con altri mondi. È il caso, per esempio, dell'utilizzo di piante e soprattutto animali per descrivere comportamenti altrui. Un bestiario verbale non nuovo, anzi, ma che in certe fasi delle competizioni, soprattutto elettorali, si fa più pungente. Ammesso poi - e non concesso - che tale esercizio sia corretto, nel rispetto soprattutto del legittimo rappresentante. Qualche giorno fa, in occasione del tragico incidente ferroviario avvenuto alle porte di Milano, si è data colpa al governo di non aver investito adeguatamente sui trasporti pubblici e in particolare su quelli utilizzati dai pendolari. Tema che, notoriamente, riscalda gli elettori. La risposta di chi è stato oggetto delle critiche è stata: sciacalli. Per intendere persone che mostrano mancanza di scrupoli nello sfruttare le disgrazie altrui a proprio vantaggio. Da cui deriva anche la parola sciacallaggio, per definire chi rapina la proprietà d'altri in occasione di catastrofi o altri eventi eccezionali. Perché tanto disprezzo verso questo povero cane selvatico, leggermente più grande di una volpe e un po' più piccolo del lupo?

Perché tanto disprezzo verso questo povero cane selvatico, leggermente più grande di una volpe e un po' più piccolo del lupo, che fa vita sociale, è intelligente, dinamico, adattabile? Perché si nutre di animali morti? Perché si avvicina alle discariche? O preda animali da cortile o selvaggina? Nel primo caso, fa un utile servizio all’ambiente. Negli altri, molta responsabilità ce l’ha proprio l’uomo. A proposito di sciacalli, in Italia ci sono quelli veri. Sono arrivati nella metà degli anni '80, quando alcuni esemplari hanno varcato il confine sloveno per entrare in Friuli-Venezia Giulia e procedono ormai alla conquista di nuovi territori. Anche avvoltoio, è diffuso. Con il quale s’intende una persona avida, che approfitta dei deboli. Uno strozzino. Un termine che in realtà raggruppa una serie di uccelli, che da noi se la passano davvero male. Diciamo che il riferimento è all’avvoltoio monaco, che un tempo era presente in Sardegna. Anche questi uccelli, si cibano di cadaveri. E allora è proprio una colpa? Chi li frequenta più da vicino, nei paesi caldi, ne apprezza invece il ruolo di spazzino. Non un riconoscimento da poco, soprattutto in aree dove è più facile e temuta, la diffusione di infezioni e di epidemie. Restando nel mondo degli uccelli, altra specie tirata spesso in ballo è il gufo. Non è mai stato amato questo rapace notturno. Oltre a rappresentare una presenza negativa in molte tradizioni, un tempo dare del gufo ad una persona voleva dire che questa era poco sociale.

Nel tempo, la presunta similitudine ha preso un altro significato. Fare il gufo, significa portare sfortuna. E gufare, lo fa chi vuole augurare un insuccesso al suo nemico. Anche in questo caso, una grande distorsione della realtà, visto che gufi e parenti alati sono utilissimi in natura. Anche l’utilizzo dell’accoppiata falchi e colombe ha preso piede nel mondo della politica. È un’espressione americana che risale al 1962, quando di fronte alla crisi cubana si volle distinguere la posizione rigida o aggressiva nei confronti dei comunisti o al contrario un atteggiamento pacifista e di negoziato. Ovviamente nel primo caso erano chiamati falchi, nel secondo colombe. Che il falco rappresenti la forza e la colomba la pace è un’immagine ampiamente diffusa. La colomba è anche la femmina del colombo, o meglio del piccione. Al quale dobbiamo molto. Nei secoli è stato utilizzato come fonte di cibo e come mezzo di comunicazione. Anche se nelle grandi città non è più amato come un tempo, per invadenza e impatti su strade e monumenti, è pur sempre una presenza familiare. E tornando ai modi di dire, piccione è anche una persona semplice e ingenua. E i piccioncini sono gli innamorati, che tubano. Ne sentiremo di nuovi nelle prossime settimane. Ma diffidiamo sempre dalle presunte connessioni e dalle interpretazioni. Gli animali veri, sono altro. Molto altro.

Antonio Canu
 

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