La Nuova Sardegna

Inchiesta sulla Costa Smeralda, il pm sconfessa Fiordalisi

di Marco Bittau
Inchiesta sulla Costa Smeralda, il pm sconfessa Fiordalisi

Veleni in tribunale a Tempio, il procuratore chiede la trasmissione degli atti al Csm. Assolto Pasqualone

02 febbraio 2018
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TEMPIO. Sarà il Consiglio superiore della magistratura a occuparsi dei veleni nel tribunale di Tempio? È molto probabile dopo la burrascosa udienza di ieri, conclusa con l’ennesima sentenza lapidaria di assoluzione («il fatto non sussiste») di Mariano Pasqualone, ex manager della Costa Smeralda, finito a più riprese nel mirino dell’ex procuratore Domenico Fiordalisi, che a Porto Cervo ha condotto per anni una crociata giudiziaria a colpi di abuso edilizio, corruzione, evasione fiscale e falso. Tutti o quasi questi procedimenti oggi si stanno concludendo con sentenze di assoluzione, addirittura richieste dallo stesso pubblico ministero nell’imbarazzo generale. L’ultimo caso, davanti al gup del tribunale, ieri è sfociato in un nuovo clamoroso capitolo nella bufera che sta travolgendo il tribunale di Tempio. Cioè uno scontro a distanza durissimo tra il procuratore in carica (ancora per pochi giorni) Gianluigi Dettori e il suo predecessore, l’ex procuratore Domenico Fiordalisi, da qualche mese magistrato di Cassazione, a Roma. Tanto duro che il pm Dettori ha sollecitato il giudice a trasmettere gli atti del procedimento al Consiglio superiore della magistratura per valutare il caso.

Il processo celebrato ieri davanti al gup Andrea Pastori si riferisce al 2013 e riguarda l'impianto antincendio sul molo vecchio di Porto Cervo che doveva ospitare il Villaggio Harrods. Un’opera abusiva – così sosteneva l’accusa – realizzata in un’area demaniale. L’inchiesta condotta dall’allora procuratore di Tempio Domenico Fiordalisi aveva portato all’incriminazione per falso in atto pubblico di Marco Mastrangeli, un ingegnere incaricato dalla Porto Cervo Marina srl di predisporre una perizia tecnica sui lavori in area demaniale. Stessa accusa anche per Mariano Pasqualone, allora manager di Sardegna Resorts, la società di gestione della Costa Smeralda, più volte finito nel mirino della Procura e puntualmente assolto in tribunale. Su quel cantiere il procuratore Fiordalisi aveva disposto ispezioni dei carabinieri, ordinato il sequestro dell’area e affidato una controperizia a un tecnico di sua fiducia arrivato da Cosenza. La vicenda diede comunque avvio a una lunghissima serie di accertamenti sulle attività della Costa Smeralda, diventata un vero e proprio tormentone giudiziario.

Ieri mattina l’epilogo clamoroso: in udienza l’avvocato Antonella Cuccureddu, difensore di Mariano Pasqualone, ha contestato e progressivamente demolito tutti gli argomenti a sostegno dell’inchiesta. Il colpo di grazia però è giunto dallo stesso pubblico ministero, il procuratore Gianluigi Dettori che, in un’aula d’udienza diventata improvvisamente gelida e muta, ha chiaramente preso le distanze dall’inchiesta condotta dal suo predecessore e ha richiesto l’assoluzione di Pasqualone e Mastrangeli perché «il fatto non sussiste». Non solo, il pm Dettori a quel punto ha chiesto al giudice di trasmettere il fascicolo al Csm per valutare opportunamente il caso. Un punto di non ritorno che segna una frattura insanabile tra i magistrati che hanno lavorato a Tempio e quelli che ancora ci lavorano.

@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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