La Nuova Sardegna

Il ministero declassa i tre ippodromi sardi

Il ministero declassa i tre ippodromi sardi

Contributi ridotti del 25% all’anno, sos dal mondo dell’ippica: «Così saremo costretti a chiudere»

03 febbraio 2018
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SASSARI. La notizia era nell’aria ma l’effetto è stato quello di una frustata immeritata. Il mistero dell’Agricoltura ha firmato un decreto che dovrebbe servire per rimettere ordine del mondo del galoppo e finisce per penalizzare una mezza dozzina di ippodromi. Compresi quelli sardi. Chilivani, Sassari e Villacidro vengono declassati con un tratto di penna a strutture “fuori ruolo” e perdono i contributi che lo Stato eroga alle società che gestiscono i tre impianti.

Il taglio è graduale. Si parla di un 25% il primo anno e di un altro 25% in meno (ma anche in più) negli anni successivi in base ai risultati ottenuti. La cifra non è clamorosa ma il nuovo giro di vite rischia di essere devastate per un settore che, da anni, chiude i conti con il segno meno. Le società che gestiscono gli ippodromi di Chilivani, Sassari e Villacidro incassano come contributo pubblico circa mezzo milione di euro l’anno. Soldi utilizzati per tenere accesa una macchina che gestisce un settore che nell’isola ha una tradizione secolare. Che cosa succederà dall’anno prossimo?

Il rischio è che le tre società, tenute in vita quasi esclusivamente grazie al volontariato di tanti appassionati, siano costrette a tagliare i servizi offerti ad allevatori, titolari di scuderia e fantini se non, addirittura, a chiudere i cancelli degli ippodromi.

«Un rischio concreto – spiega Giovanni Sini, storico segretario dell’ippodromo di Chilivani – che avrebbe ripercussioni su una filiera che dà lavoro a migliaia di persone. In Sardegna il cavallo ha una storia antica – continua Sini – e trovo assolutamente immotivato il fatto che i tagli siano stati fatti propri qui. Chilivani è una struttura tra le più efficenti in campo nazionale. Abbiamo due piste, l’impianto di illuminazione per le notturne e un numero di partenti che è il più alto d’Italia. Ci saremo aspettati un riconoscimento non un’altra botta». Allora perché la scelta del ministero? Pare che il parametro utilizzato dai funzionari dell’Agricoltura per decidere dove tagliare e dove no sia stato quello del volume delle scommesse.

Una scelta davvero strana (Chilivani non può avere i numeri di Milano) che trascura fattori che, invece, avrebbero giocato a favore delle tre strutture sarde. Una beffa contro la quale il mondo del galoppo si sta già organizzando. «Stiamo cercando di capire bene che cosa è successo – conferma Sini – ma non resteremo con le mani in mano». (a.l.)



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