La Nuova Sardegna

L’aloe insieme al super olio il benessere cresce in serra

di Antonello Palmas
L’aloe insieme al super olio il benessere cresce in serra

Da Napoli a Galtellì con una formula segreta che unisce le qualità di due prodotti Sotto gli impianti fotovoltaici nasce un’idea da sfruttare per farmaci e cosmetici

04 febbraio 2018
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GALTELLÌ. C’è sempre bisogno di visionari, personalità motivate e portatrici di idee nuove. Aristide Maffei, 68 anni («ma non li dimostro per via della vita salubre»), nato a Milano ma fin da ragazzino a Napoli, presidente della società Aloe is Life, si candida a entrare nella categoria per quanto riguarda l’agricoltura. Ex grossista di oro, ex impresario edile, ora ha un progetto basato sull’unione dei principi attivi di aloe e olio di oliva che – promette lui – sviluppa proprietà eccezionali. Ma ha bisogno di cooperazione.

Nel territorio di Galtellì vicino alla statale 125, tra Orosei e Dorgali, in località Campo ’e libros, ha rilevato ettari di serre fotovoltaiche, come tante costruite in Sardegna e nell’occhio del ciclone perché sotto inchiesta per operazioni poco chiare che di fatto non hanno sviluppi produttivi. Lui invece produce. Piante di aloe della varietà arborescens.

«Una mia amica diversi anni fa mi parlò delle qualità di questa pianta – spiega Maffei – e quando un amico napoletano che costruiva serre fotovoltaiche nell’isola mi parlò della sua attività mi venne l’idea. Il problema era cosa coltivarci, visto che l’ombra dei pannelli può essere di ostacolo alla crescita. Ho pensato all’aloe, robusta e che si sviluppa bene anche le la luce non è abbondante. Cinque-sei anni fa ho impiantato la coltivazione a Galtellì. Sono partito con tremila piante, ne ho già 40mila».

Sì, ma il suo obiettivo è unire il portentoso gel della pianta succulenta alle proprietà di un olio, detto “Primitivo di ottobre”, che Maffei crea con procedure particolari, sottoposte – spiega – a segreto industriale («il brevetto mi costringerebbe a svelare le procedure, e io non mi fido di nessuno» dice). «In sostanza, lavoriamo le olive quando sono ancora verdi e quindi cariche di polifenoli, dato che ancora non hanno cominciato la loro decadenza. Ne nasce un prodotto molto più concentrato dell’extravergine. Da utilizzare prevalentemente in cosmetica e farmaceutica. È stato classificato come nutraceutico». Significa che possiede quei principi nutrienti benefici per la salute, che la trasformazione industriale solitamente tende ad azzerare.

Ma non solo. Dalla lavorazione del Primitivo restano il cascame, gli scarti di fogliame e olive, dai quali Maffei produce un ulteriore olio, che assume caratteristiche ancora differenti: «Secondo le prime analisi potrebbe avere anch’esso qualità antinfiammatorie, ma di livello superiore, forse potrebbe anche contribuire a rigenerare tessuti. Una cosa è certa: si tratta di prodotti senza parabeni, solventi chimici, emissioni di Co2» dice. «Cose che si possono fare bene in Sardegna, dove la natura è ancora intatta», anche se il procedimento estrattivo avviene per ora in Campania, dove ci sono i macchinari e il personale qualificato. A quando un impianto nell’isola? «Quando saremo riusciti a creare quella rete cooperativa che deve essere necessariamente alla base del business – spiega l’imprenditore – e che può creare economia e lavoro. Penso a cooperative di giovani che potrebbero attingere a fondi europei e comprare da noi le piante, non solo di aloe ma anche di altre varietà che abbondano nell’isola, come l’asfodelo, olivastro, lentisco, agrifoglio, tenendo sempre come base il Primitivo. In Sardegna c’è una ricchezza impressionante ma trascurata. Noi vogliamo sfruttarla, ma abbiamo bisogno della collaborazione di enti di ricerca, università, Cnr, con cui abbiamo già molti contatti».

Maffei ha mille idee, forse anche troppe. Sta lavorando a un formaggio innovativo nel quale è stato inserita la sua miscellanea di aloe e olio dagli effetti venefici. È sotto esame dell’ateneo Federico II di Napoli per la caratterizzazione. Vuole fare lo stesso con dei biscotti. Pensa al recupero delle vignacce, scarti di lavorazione di una azienda vitivinicola: «Hanno qualità antiossidanti fortissime e valgano quindi parecchio». Maffei guarda anche oltre: «Immagino lo sviluppo del turismo riabilitativo fuori stagione, con strutture nelle quali si utilizzi la mia formula».

E il mercato? «Abbiamo per ora bloccato le vendite alle aziende italiane, occorrevano alcune certificazioni e comunque i rapporti con singole farmacie ed erboristerie era troppo oneroso. Ma abbiamo già pronta una linea da lanciare nel mercato giapponese e americano, il nostro vero obiettivo, sfruttando possibilmente le piattaforme online, quelle con milioni di contatti». Il sogno verde del ragazzo quasi settantenne continua.

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