La Nuova Sardegna

Gli alfieri di Nuoro in missione a Roma per cullare il sogno

di Valeria Gianoglio
Gli alfieri di Nuoro in missione a Roma per cullare il sogno

Incontro al ministero: 55 minuti per esporre la candidatura Nella delegazione il sindaco Soddu e il presidente Pigliaru 

06 febbraio 2018
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INVIATA A ROMA. Alle 17 in punto, dopo il turno della delegazione di Merano e una intera mattina trascorsa in un albergo di via Nazionale a raccogliere le forze, ripassare il discorso e forse anche a invocare la protezione del Cristo Redentore che svetta sulla cima del monte Ortobene, il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, mette da parte un miscuglio complicato di adrenalina e trepidazione, ed entra nella sala Spadolini del Mibact. Al suo fianco, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, lo scrittore Marcello Fois, il vicesindaco Sebastian Cocco, il musicista Gavino Murgia con l’inseparabile sax soprano, il presidente della Camera di commercio, Agostino Cicalò, che ha attraversato mezza Roma per mostrare alla commissione il semilavorato di una maschera di mamuthone creata dalle menti tecnologiche del laboratorio nuorese Fab-lab e i gioielli in 3d creati da Antonello Delogu. E tutt'intorno, distribuiti tra le circa 150 sedie della sala di via del Collegio romano, a fare da supporter, o in collegamento telefonico costante con Roma, ci sono un’intera isola e le sue eccellenze.

Dopo settimane di attesa, dopo mesi di preparativi, progetti, e idee, il futuro di Nuoro come candidata al titolo di “Capitale italiana della cultura 2020” si gioca tutto in 55 interminabili minuti di discorso, visione, sogni e programmi concreti che la delegazione nuorese deve esporre davanti alla commissione del Ministero dei beni e delle attività culturali. «Mi sento come il giorno della tesi. Oggi qui porto con me l'intera Sardegna, che oggi è qui con noi e ci sostiene. Ci siamo candidati per ritrovarci – esordisce il sindaco Andrea Soddu – per tornare a casa, per riportare a casa chi è dovuto partire, per riscoprirci comunità. Una comunità che accetta la sfida più grande nell’era della globalizzazione. Vogliamo investire il nostro futuro sui nostri talenti e grazie a loro superare le situazioni di difficoltà, le situazioni che spesso hanno segnato il cuore della Barbagia. Nuoro vuole lanciare una sfida, vuole essere il simbolo del riscatto delle periferie». E poco dopo, nel suo discorso, il sindaco Soddu, fa anche riferimento a Grazia Deledda e alla sua grande forza ispiratrice per Nuoro. «È una donna che ha trasformato la sua cultura in uno strumento di riscatto capace di abbattere barriere culturali - dice – sociali ed economiche». E nella parte finale dell’audizione, parla anche la più giovane esponente della delegazione nuorese, Giulia Nieddu. Trentun'anni, archeologa subacquea, componente attiva dell’associazione culturale MarraNu, Giulia Nieddu è la giovane nuorese che davanti alla commissione parla di nuove generazioni e soprattutto di futuro. «Se sei debole parti, se sei forte ritorna – esordisce Giulia Nieddu, che in tasca, a mo' di portafortuna, tiene cinque ghiande del monte Ortonene – così Sebastiano Satta rispose all'amico Francesco Ciusa nel 1907. C'è chi da Nuoro parte per studiare e poi non torna, poiché trova altrove quel lavoro che a Nuoro manca. Sono qui per portare la testimonianza di quella generazione di giovani che hanno scelto di tornare a Nuoro con un bagaglio di competenze acquisite fuori e pronte per essere investite sul nostro territorio. “Se sei debole parti, se sei forte ritorna”. E allora non è tanto la debolezza a spingerci a partire. La partenza serve a prendere coscienza di se stessi e del proprio valore al di là della nostra comunità. Faccio parte di una delle tante associazioni culturali che sono state coinvolte nel progetto. MarraNu, il nome della nostra associazione, è una tipica espressione nuorese che sta proprio a indicare una sfida. MarraNu, dai, ce la facciamo. Nuoro grazie a questa candidatura sta vivendo una grande rivoluzione: riaccendere i riflettori sulle tante realtà culturali che caratterizzano il nostro territorio». «Siamo qui – dice poco dopo il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – perché vogliamo superare un ritardo economico importante e puntare sui nostri giovani. Ci stiamo lavorando, ma vogliamo farlo con saggezza e con criteri sostenibili. La Sardegna è anche turismo, ma un turismo sostenibile, è cultura, paesaggio. Dietro la proposta di Nuoro c’è la Sardegna intera».

E mentre la commissione ascolta silenziosa e le luci del tramonto scendono su Roma, il coordinatore del progetto di candidatura, Massimo Mancini, mostra alla commissione un video di due minuti dove le immagini di Nuoro e dell’isola si fondono con i suoni dell’identità e dei campanacci. La parola poi passa allo scrittore Marcello Fois: «Nuoro – Fois – ha 37mila abitanti, uno dei più importanti musei d’arte contemporanea, un importante museo etnografico, un Consorzio di pubblica lettura da tempi non sospetti. L’Istat ci dice che siamo ai vertici in Italia come numero di lettori. Abbiamo lingua, letteratura. Abbiamo anni di virtuoso lavoro nel silenzio. Abbiamo sopportato con grande pazienza e civiltà anni di sismi antropologici. Abbiamo bisogno di vincere questo concorso. Così, seccamente"».

La decisione della commissione arriverà il 16 febbraio: sarà resa nota durante una cerimonia pubblica al ministero.

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