La Nuova Sardegna

A Orgosolo positivi tre maiali su quattro

A Orgosolo positivi tre maiali su quattro

Le analisi dopo le ultime campagne confermano il pericolo del pascolo brado L’appello dell’assessore Arru: non comprate carne fuori dai circuiti controllati

08 febbraio 2018
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CAGLIARI. Iserrai, Biriddi, Fundales, Maheddu e Padru: è qui, nelle campagne di Orgosolo, che il verme della trichinella ha attecchito di sicuro nei maiali, almeno in tre ogni quattro, che pascolano allo stato brado. E quel parassita non è cosa da poco. Se la peste suina – di cui tra l’altro erano affetti gli 81 maiali abbattuti il 2 febbraio – è una malattia solo animale, la trichinellosi può aggredire anche l’uomo, soprattutto ai muscoli e al cuore, fino a essere persino mortale. La contaminazione, va ricordato, avviene in un modo semplicissimo e quasi disarmante: basta mangiare carne macellata in clandestinità, non controllata dai veterinari e che continua comunque a essere pericolosa, infetta, anche se cotta, affumicata o messa sotto sale. «Purtroppo a Orgosolo è evidente che esiste un problema di sicurezza alimentare e salute pubblica», ha ribadito l’assessore alla sanità Luigi Arru. Lo ha detto dopo aver annunciato che «ben tre dei quattro gruppi di campioni prelevati dagli ultimi maiali abbattuti sono risultati positivi ai controlli sulla trichinella effettuati dall’Istituto zooprofilattico di Sassari». Sono proprio le cinque località elencate all’inizio le zone a maggior rischio: a Isserai sono risultati positivi due campioni su due, uno su due a Biriddi, mentre la presenza del parassita era stata già confermata in gran parte dei 112 maiali abbattuti il 9 febbraio a Padru e nei cinghiali finiti nel carniere delle due compagnie di cacciatori impegnate, a gennaio, in altrettante battute nelle campagne di Fundales e Maheddu. «Non ci sono più dubbi: da questo momento in poi lo stato d’allerta, in quella zona, è al massimo livello», sono state le parole preoccupate di Alberto Laddomada, direttore dell’Istituto zooprofilattico e che fa parte dell’unità di crisi della Regione nella lotta alla peste suina africana. Per Daniela Mulas, responsabile del servizio veterinario dell’assessorato, ad «aumentare l’allarme è il fatto che abbiamo riscontrato proprio ad Orgosolo un’alta presenza del parassita nei maiali che continuano a pascolare allo stato brado nonostante sia illegale da anni». Negli altri Comuni dell’Ogliastra al centro dell’ultima campagna per debellare la peste suina africana, Arzana, Baunei, Desulo, Talana, Urzulei e Villagrande, il primo virus , quello della «Psa», è stato riscontrato ma non quello della trichinella. «È proprio questa differenza – ha detto l’assessore – ad averci allarmato fino a lanciare un nuovo e secondo appello pochi giorni dopo il primo: non comprare assolutamente carne fuori dai circuiti controllati dai veterinari e, in ogni caso, l’attenzione d’ora in poi dev’essere massima». Come se non bastasse, è tutto ancora molto più chiaro, in un comunicato della Regione, su quale sia il reale pericolo per l’uomo a causa delle larve di trichinella. «Ingerito attraverso il consumo di carne – si legge – il parassita si localizza prima a livello intestinale per dare poi origine a una nuova colonia che migra nei muscoli e li aggredisce. Il periodo d’incubazione è intorno agli otto-quindici giorni, massimo quarantacinque a seconda dei parassiti ingeriti. La sintomatologia è caratterizzata da dissenteria, dolori muscolari, debolezza, sudorazione, gonfiore alle palpebre e febbre». Finora non sono stati riscontrati casi della malattia nell’area messa sotto osservazione, ma è evidente che «soprattutto oggi dobbiamo puntare sulla prevenzione per evitare anche una sola possibilità». Con un particolare che non va sottovalutato: nel 2005, ad Orgosolo, furono accertati diciannove casi, poi uno nel 2007 e altri sei nel 2011. (ua)

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