La Nuova Sardegna

Orgoglio e solidarietà la scuola Maria Rocca risorge dal fango

di Dario Budroni
Orgoglio e solidarietà la scuola Maria Rocca risorge dal fango

Ricostruita la primaria, oggi l’inaugurazione in via Vicenza Rinascita frutto delle donazioni anche dei lettori della Nuova

08 febbraio 2018
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OLBIA. La città sventrata dal fango ha conosciuto i due volti rassicuranti della solidarietà. Innanzitutto quella delle prime ore, dell’emergenza, la solidarietà fatta di stivali di gomma, maglioni caldi e volontari arrivati da chissà dove. E poi quella delle donazioni e delle maratone che hanno preso per mano Olbia e l’hanno aiutata a risollevarsi dopo l’inferno piovuto dal cielo. Ed è proprio da una importante raccolta fondi che è nata una scuola moderna, sicura e lontana dai canali. È la nuova Maria Rocca. Un istituto elementare che porta con sé un messaggio che guarda al futuro. La Nuova Sardegna e i suoi lettori hanno fatto la loro parte e insieme hanno raccolto e donato quasi 98mila euro. Soldi che hanno contribuito a far nascere una scuola che è subito diventata il simbolo dell’alluvione del 18 novembre 2013, prima ancora della realizzazione delle sue fondamenta. La scuola della solidarietà, che sarà inaugurata questa mattina alle 12 in via Vicenza e che ospiterà poco meno di 300 bambini, è la prima grande opera del post alluvione. E incarna sia il desiderio di rinascita di Olbia che la nuova filosofia con cui si dovrà pensare l’edilizia.

La solidarietà. La scuola è nata grazie a una cascata di euro che si è riversata sulla città. Tanto è arrivato dal mondo bancario. Dalla Fondazione di Sardegna, con Acri e Gruppo Bper, sono arrivati circa 1 milione e mezzo di euro, più altri circa100mila per ulteriori costi di gestione. Meridiana Fly ha contribuito con 170mila euro, mentre la Nuova Sardegna con 98mila. Il progetto preliminare della scuola è stato donato dall’ordine provinciale degli architetti. Gli arredi sono invece arrivati da Confindustria, Cgil e Cisl. A chiudere il cerchio il Comune con 360mila euro, per gli impianti di riscaldamento e la videosorveglianza.

Dal fango a oggi. L’alluvione aveva appena cambiato i connotati di Olbia quando la scuola di Maria Rocca era finita al centro delle cronache, a causa di un canale tombato che scorre in giardino. La tragedia, quel 18 novembre, era stata evitata per una manciata di minuti. Così la vecchia giunta, guidata da Gianni Giovannelli, aveva deciso di chiudere una volta per tutte la scuola e di ricostruirne una nuova in un posto più sicuro. I bambini erano stato così trasferiti altrove. Con l’ex assessore all’Urbanistica Carlo Careddu, oggi assessore regionale, era stata attivata la macchina della raccolta fondi ed era stata individuata una nuova area lontana dai fiumi, in via Vicenza. L’iter è poi proseguito con l’attuale giunta, guidata da Settimo Nizzi, che nel frattempo ha riaperto la vecchia Maria Rocca per via dell’emergenza sovraffollamento in città e perché da lui considerata non meno sicura di altre scuole di Olbia. I lavori, partiti nell’estate del 2016, sono terminati dopo un anno. Dopo le procedure burocratiche, questa mattina l’inaugurazione. Il Comune, che un anno fa aveva investito 1 milione di euro, ora sta costruendo una mensa e una sala polivalente.

Un punto di partenza. L’istituto è composto da 10 aule, più una sala professori e una biblioteca. È una scuola all’avanguardia, sicura, di qualità. Un nuovo punto di partenza dopo decenni di edilizia selvaggia e che non ha tenuto conto della fragilità del territorio. A realizzare il progetto preliminare, partecipando a un concorso dell’ordine degli architetti, era stato Giuseppe Diana, giovane architetto di Casapesenna, un feudo della camorra. Nel 2014, a Olbia, Giuseppe Diana aveva lanciato un messaggio in nome della legalità.

Ancora solidarietà. Nella stessa area a breve nascerà anche una scuola materna. In questo caso le donazioni arrivano dal Corriere della Sera e dal Tg La7.

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