La Nuova Sardegna

Uranio e tumori, scontro sulla relazione

Uranio e tumori, scontro sulla relazione

Il ministro Pinotti difende le forze armate. Piras (LeU): si nega l’evidenza. Pili (Unidos): omicidi di Stato

09 febbraio 2018
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SASSARI. Malformazioni degli animali e sostanze tossiche nei tessuti: le rivelazioni al processi per i “veleni” di Quirra, nel poligono militare di Perdasdefogu, arrivano 24 ore dopo la presentazione della relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. Il lavoro d’indagine ha stabilito il nesso causale tra l’esposizione all’uranio e i tumori tra i militari e i civili, addebitando pesanti responsabilità ai vertici delle Forze armate. Nell’udienza in tribunale a Lanusei, al processo che vede imputati otto comandanti del poligono militare dal 2004 al 2010, due veterinarie, Fiorella Carnevali e Marta Piscitelli, hanno esposto i risultati delle analisi sui tessuti degli animali. «Presentavano nei polmoni, nei reni e nel fegato sostanze tossiche, come piombo e nanoparticelle di cadmio. Le stesse sostanze tossiche erano presenti anche nelle carni e nei formaggi. Era evidente anche l'altissimo tasso delle malformazioni negli animali che nascevano nei terreni adiacenti al poligono, compatibili con l'assunzione di metalli pesanti e particolati». Intanto non si placa la polemica sul lavoro della Commissione d’inchiesta presieduta da Gian Piero Scanu (Pd). Il ministro della Difesa Roberta Pinotti difende le forze armate italiane «che hanno in massima attenzione la salute dei militari, quindi è sbagliato criminalizzarle. In Italia non è mai stato utilizzato e acquistato un munizionamento con l'uranio impoverito». All’attacco anche Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa al Senato: «Le conclusioni approvate a maggioranza dalla Commissione di inchiesta appaiono più funzionali a esigenze politico-elettorali che al giusto bisogno di verità. In tutte le indagini svolte in questi anni non è mai emerso l’acquisto e l’uso di munizionamento contenente uranio impoverito. Ho potuto inoltre constatare che la tutela della salute dei nostri militari è una assoluta priorità di tutti gli stati maggiori». A Latorre replica Donatella Duranti, vicepresidente della Commissione uranio: «Le sue dichiarazioni sono irricevibili. La Commissione ha lavorato per due anni con un unico obiettivo: mettere al centro la salute dei militari e dei civili della Difesa attraverso un lavoro rigoroso, basato su evidenze scientifiche e su sentenze della magistratura. Latorre dovrebbe occuparsi della difficile situazione di quei lavoratori». Molte reazioni anche nell’isola. Michele Piras, deputato di Liberi e Uguali, giudica «scomposta e ai limiti del grottesco la reazione dei vertici militari e del Ministero della Difesa. Si negano le evidenze e si oppone alla verità l'ennesima cortina fumogena». E poi Mauro Pili (Unidos), componente della Commissione d’inchiesta che a suo giudizio ha prodotto una relazione conclusiva debole. Il parlamentare ha prodotto un’altra relazione di 900 pagine «che contiene i 168 nomi e cognomi delle vittime della devastazione del Poligono di Salto di Quirra, dove sono state usate migliaia di tonnellate di esplosivi con ogni genere di sostanze cancerogene e radioattive. Omicidi plurimi e disastri ambientali – accusa Pili – coperti per anni dal ministero della Difesa».

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