La Nuova Sardegna

Papa Francesco telefona a una mamma di Teulada: «Pregherò per Mattia»

Papa Francesco telefona a una mamma di Teulada: «Pregherò per Mattia»

La donna ha un figlio di 28 anni affetto da tetraparesi spastica e aveva scritto al pontefice per raccontare le difficoltà e l'abbandono da parte dello Stato

12 febbraio 2018
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CAGLIARI. «Buongiorno, sono papa Francesco, pregherò per voi». È la seconda volta, nel giro di poche settimane, che il Santo Padre telefona a una famiglia sarda per portare il suo conforto. Un mese fa ha chiamato i genitori di Francesco e Matteo Pintor, i due fratelli di Nuoro morti il giorno di Natale in un drammatico incidente sulla statale 129 mentre stavano andando a Ploaghe dai nonni. Ieri il telefono ha squillato di nuovo, a Teulada questa volta. Il pontefice si è presentato così: «Buongiorno, sono papa Francesco, ho ricevuto la sua lettera». Dall’altra parte della linea Luciana Gallus, madre di Mattia Montei, un ragazzo di 28 anni affetto da una tetraparesi spastica.

La donna aveva scritto una lunga lettera al Santo Padre raccontando la storia di suo figlio, le difficoltà, accusando lo Stato e le istituzioni di averla abbandonata. «Il telefono ha squillato alle 9 in punto – ha raccontato Luciana – Inizialmente non avevo capito, poi, appena il Santo Padre ha parlato, ho compreso che non era uno scherzo e mi sono emozionata». Papa Francesco ha chiesto di conoscere la storia di Mattia.

«Mattia ha perso la madre naturale quando aveva sette mesi – ha spiegato Luciana al Papa – Io ho sposato suo padre e amo Mattia come fosse mio figlio: i figli sono di chi li cresce, Mattia è una scelta del cuore, una scelta d'amore». Il 28enne non vede, non parla e non cammina. Deve essere accudito in ogni momento della giornata. Luciana ha raccontato al pontefice tutto lo sconforto quando, l’anno scorso, ha chiesto aiuto alla Regione per comprare un letto nuovo per Mattia. «Mi hanno detto che potevano darmi solo 1.100 euro, troppo pochi per acquistare un letto ortopedico. Non ho accettato e ho deciso di lottare. Non per una questioni di soldi, ma per principio. In Sardegna ci sono tante famiglie con disabili in grande difficoltà. Così ho scritto al Santo Padre per raccontare la mia storia e chiedere di pregare per noi». Mamma Luciana ha lanciato anche un appello sui social subito raccolto dalla Fioto Sardegna, la Federazione italiana degli operatori in tecniche ortopediche che hanno regalato il letto a Mattia. «Devo ringraziare gli ortopedici se mio figlio ha un letto nuovo – ha detto commossa Luciana – E oggi è arrivata la telefonata di papa Francesco. Mi ha detto che pregherà per noi. Porterò con me quelle parole per sempre». La famiglia di Mattia è conosciuta dalla Santa Sede. «Venti anni fa sono stata ricevuta in udienza da Giovanni Paolo II – ha ricordato Luciana – qualche anno dopo siamo stati ricevuti anche da Benedetto XVI».

Luciana è una mamma tenace, che non ha paura di lottare per suo figlio. «Nel 2011 gli era stata sospesa la pensione. Per cinque giorni ho fatto lo sciopero della fame e della sete e alla fine ho vinto la battaglia. Questa estate, poi, ho combattuto perché gli era stato negato lo spazio per stare al mare nello stabilimento balneare militare. Non smetterò mai di lottare per mio figlio. È una promessa. Lo devo a Mattia».
 

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