La Nuova Sardegna

I sindaci di Sassari e Cagliari: «Ma quale competizione... l’isola va cambiata insieme»

di Luca Rojch
Massimo Zedda e Nicola Sanna durante l'intervista alla Nuova Sardegna
Massimo Zedda e Nicola Sanna durante l'intervista alla Nuova Sardegna

Intervista doppia a Nicola Sanna e Massimo Zedda alla Nuova: ecco il futuro dei due capoluoghi 

13 febbraio 2018
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SASSARI. Nel giardino dei luoghi comuni i due si dovrebbero odiare. Perché la rivalità tra il Capo di Sopra e quello di Sotto è un po’ nell’autodistruttivo dna dei sardi. Fa parte del loro corredo genetico. Ma il sindaco di Sassari e quello di Cagliari girano in auto insieme, dialogano. Raccontano la sventura di guidare una città con le poche risorse che uno Stato versa ai Comuni e con la diffidenza di tutti i loro colleghi. Già perché Nicola Sanna e Massimo Zedda vengono un po’ considerati razziatori di risorse erariali, killer dei piccoli comuni. Loro non ci stanno. E nella sede della Nuova Sardegna si confrontano in una lunga intervista doppia e raccontano la difficile vita di guidare le prime due città della Sardegna. Lasciano da parte le diatribe tra capoluoghi e mostrano di avere una visione comune e molti punti di contatto su temi chiave. E partono dal negare che esita una diatriba Sassari-Cagliari.

CAGLIARI VS SASSARI

Zedda. «Non so quanto sia realmente esistente. Forse è più nella testa di una parte della classe dirigente che in quella delle persone».

Sanna. «Spesso perdiamo troppo tempo a lamentarci. Dovremo al contrario avere un atteggiamento propositivo. Avere idee e discuterne. Faccio un esempio. Ho parlato con Massimo e ho scoperto che entrambi abbiamo le stesse idee sul trasporto pubblico locale. Aziende municipali che gestiscano i servizi. Sfruttiamo i punti di contatto, non le differenze».

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RISORSE AZZERATE

Zedda. «Negli ultimi anni si decise di aiutare i Comuni periferici con una distribuzione delle risorse a favore dei piccoli centri. In quegli anni Sassari e Cagliari avevano grandi trasferimenti statali, erano l’80 per cento del bilancio. Ma dal 2011 a Cagliari si sono capovolti gli importi. Il 20 per cento arriva dalla Regione e dallo Stato, l’80 per cento arriva dai residenti. Ora sui trasferimenti da parte della Regione Cagliari è ultima. La penultima è Sassari. In altre parole questo rovesciamento ci penalizza e non mette in evidenza un aspetto fondamentale. Noi forniamo servizi per tutto il territorio. Ogni giorno entrano a Cagliari 160mila auto. Se si fa un calcolo si scopre che i passeggeri in arrivo sono il doppio dei residenti. Non si può trascurare questo aspetto».

Sanna. «A Sassari abbiamo fatto un calcolo il 50 per cento della popolazione che gravita intorno alla città sono city user. Persone che non vivono a Sassari, ma la utilizzano. Quando si fanno i calcoli sul riparto del fondo unico tra i Comuni si deve tenere conto di questo. Mi spiegao il Fondo unico vale 600 milioni, al 40 per cento è diviso in parti uguali tra tutti i comuni. Sassari prende gli stessi soldi di Baradili. Il 60 in proporzione alla popolazione. Ma questo calcolo non tiene realmente conto di chi offre i servizi. Questa divisione era nata per non far spopolare i centri dell’interno attraverso il mantenimento dei servizi. Non mi pare sia così. Prima i comuni potevano contare sui soldi che arrivavano dallo Stato, ma c’è stato un progressivo disimpegno. Si è passato dai 100 euro ad abitante nel 2009 ai 10 euro del 2018. A questo si devono aggiungere il pareggio del bilancio e il bilancio armonizzato. Ci troviamo costretti a fare i mutui per sistemare le strade».

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TRASPORTI

Zedda. «Fino a oggi ci siamo concentrati molto sul trasporto dall’isola verso il resto del mondo e poco di quello interno. Per me è fondamentale che la dorsale Sassari-Cagliari venga collegata in tempi rapidi. La 131 non basta. Si deve investire su una linea di treni veloci che consenta di muoversi in 40 minuti dal nord a Oristano e da Oristano al sud. Perché i sardi siano più vicini e si possa vivere a Sassari e lavorare a Cagliari e viceversa. E in questo modo anche chi vive in un piccolo comune può restare là ed evitare lo spopolamento. La mobilità è sviluppo del territorio. Difesa dei comuni, dell’ambiente. Risparmio dei costi e della salute pubblica».

Sanna. «Io credo che si debba avere grande attenzione per quelli aerei. Sento parlare di holding dei tre aeroporti. Secondo me si deve evitare di fare una sorta di Arst o di Abbanoa. Se si parla di holding come una gestione comune della politica dei trasporti dei tre scali è giusta. La gestione deve essere improntata sull’efficienza e sul miglioramento della qualità dei servizi e dei collegamenti che vengono dati ai sardi e ai turisti».

URBANISTICA

Zedda. «Credo che dopo tanti anni sia indispensabile offrire un contenuto alla cornice del Ppr. Esiste una proposta di legge urbanistica. Stralciamo le parti su cui c’è bisogno di dibattito e andiamo avanti con quello su cui l’accordo c’è già. Sono convinto ci sia necessità di un intervento anche per quello che riguarda gli abusi. In molti casi i sindaci si trovano da soli a prendere decisioni complicate che li espongono a possibili rischi personali, ad attentati. La Regione dovrebbe trovare un sistema per intervenire su questo aspetto. E vorrei che si discutesse di anche dell’agro. In Trentino esiste una legge che tutela il Maso chiuso, che è il lotto minimo, ed è di 5 ettari. Non può essere frazionato, neanche tra fratelli. Questo ha consentito di creare 12mila aziende. In Sardegna l’agro è parcellizzato ed è quasi impossibile riuscire per un proprietario acquistare i terreni dei vicini per creare una azienda. Si deve iniziare a ridiscutere di questo. Pensate alla zona del Chianti. È vicino a Firenze, ma nessuno abbandona quel territorio, perché non si produce solo vino, ma si è creato un indotto turistico e culturale che dà grande valore aggiunto a tutto il territorio».

Sanna. «L’urbanistica è un tema complesso che si intreccia in modo indissolubile allo sviluppo. Sassari è uno dei pochi comuni, più o meno 20 su 377, che hanno approvato il Puc. E proprio questo ci consente di avere 5 aree destinate a diventare turistiche e a produrre occupazione. Nasceranno 5mila posti letto in strutture nuove. Non sul mare. Tutto previsto dal puc. Questo ci consentirà di vendere il territorio sia alle compagnie aeree che potranno proporre il nostro territorio anche a una fascia di turisti più ampia, sia di creare nuova occupazione e stagione lunga. Quindi più voli e più indotto».


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BUROCRAZIA

Zedda. «Siamo arrivati a un paradosso. Abbiamo la burocrazia senza burocrati. I tagli continui dello Stato e le restrizioni alle assunzioni hanno portato i comuni ad avere sempre più difficoltà a dare risposte. Le soluzioni sono diverse, per esempio creare servizi comuni all’interno di un’ottica di città metropolitana. Ma serve anche un cambio dei ruoli. La Regione deve fare l’ente programmatore, legislatore e di indirizzo. Ha una macchina mastodontica che si occupa delle piccole cose, ma alla fine diventa sovraccarica e deve delegare. Il rischio è che si intasi il sistema. Faccio l’esempio dell’istruzione. C’è una legge sull’istruzione scolastica ferma dal 2006 in Regione. Potrebbe fermare l’abbandono scolastico che è oltre il 20 per cento, favorire l’istruzione e limitare la disoccupazione, ma è ferma».

Sanna. «Il punto focale è il decentramento delle funzioni locali. La Regione deve snellire almeno una parte delle procedure. Molto positivo è l’esempio della riforma della sanità che ha decentrato in due poli Sassari e Cagliari gli hub regionali. Credo sia un modello. C’è poi l’aspetto della riforma degli enti locali. Le rete metropolitana prende corpo. Ma il mancato annullamento delle Province crea qualche difficoltà. Il personale delle ex Province doveva servire proprio per far funzionare la rete, ma ora non si sa dove andrà. C’è poi un altro aspetto curioso. Presto sarà eletto un presidente della Provincia. O forse un commissario, visto che 33 centri della Gallura hanno detto che non voteranno. Il presidente si troverà davanti al sindaco della Rete metropolitana».
 

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