La Nuova Sardegna

Top 500 Sardegna: l'agroalimentare settore chiave dell'economia

Gianfranco Atzeni, Andrea Carosi, Luca Deidda, Alberto Ezza, Ludovico Marinò, Marco Vannini *
Top 500 Sardegna: l'agroalimentare settore chiave dell'economia

Crescita del 3 per cento: le più vivaci sono le imprese di dimensioni intermedie. Le società cooperative hanno ricavi complessivi per 370 milioni di euro

16 febbraio 2018
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È sicuramente il settore più “trendy” ed è anche ben presente nella classifica delle Top 500 imprese sarde: l’agroalimentare è rappresentato da 61 aziende che fatturano complessivamente oltre 1,1 miliardi di euro, con una crescita del fatturato rispetto al 2015 di circa il 3%. Il valore mediano del fatturato è pari a oltre 9 milioni di euro, a indicare che metà delle imprese sono al di sopra di tale valore. Il settore rappresenta una fetta importante nella classifica delle Top 500 sarde, con un fatturato totale che ad esempio è tre volte maggiore delle imprese del settore turistico. È inoltre importante evidenziare il dato sulle 21 società cooperative, che realizzano un fatturato totale di oltre 370 milioni di euro, (circa il 32% del totale).

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Oltre metà del fatturato totale (55%) è concentrato nelle prime 10 imprese, per un valore di oltre 650 milioni. Tra queste spiccano la Generale conserve Spa (marchio As do Mar), la Ercole Cellino (Simec Spa), la F.lli Pinna Spa e il Pastificio F.lli Cellino. Tra le prime 10 imprese, tre sono le società cooperative, con circa il 17% del fatturato totale: la Cooperativa Associati Arborea (seconda), seguita dalla Cooperativa Pescatori Arborea e dalla C.a.o. Formaggi. Nelle prime 10 posizioni domina il comparto del lattiero-caseario, ma si segnala anche la presenza della Chessa Srl, produttrice di mangimi. Per il vitivinicolo si scende all'undicesimo posto (83° assoluto) dove troviamo Sella & Mosca Srl e più giù Argiolas Spa (129° posto), mentre per le cooperative vitivinicole segnaliamo la Cantina Santadi (211° posto) seguita dalla Cantina Santa Maria La Palma (212°. Nella produzione di conserve, oltre As do Mar, segnaliamo la Casar Srl. Per l'olivicoltura e la produzione di olio d'oliva in posizione preminente si colloca la Domenico Manca Spa (191°) seguita a distanza al 367° posto da Oleificio Secchi Srl.

Il contributo alla crescita del fatturato nel settore agroalimentare non è uniformemente distribuito tra le varie classi dimensionali. Infatti, il fatturato delle imprese Top 25% si riduce rispetto al 2015, mentre il valore mediano del settore rimane stabile. Ciò indica che nella metà superiore della classifica i fatturati complessivamente non crescono. Scorrendo la classifica si osserva una diffusa crescita delle vendite per le classi di fatturato tra i 15 e i 30 milioni. Più a macchia di leopardo la dinamica dei fatturati per le classi inferiori a 15 milioni. La crescita dei fatturati del settore sembra pertanto ascrivibile soprattutto alle imprese di dimensioni intermedie. Per ciò che riguarda le società cooperative si assiste a una leggera flessione con una riduzione delle vendite di poco meno del 2% rispetto al 2015.

La redditività delle imprese del settore cresce rispetto al 2015. Il Ros, che misura quanto fatturato si è trasformato in reddito operativo, si porta dal 2,8 a 3,4. Ciò indica che per ogni milione di fatturato in media le imprese agroalimentari hanno generato 34mila euro di reddito operativo. Le 10 maggiori imprese hanno una redditività delle vendite inferiore di circa un terzo rispetto alla media, anche se con una crescita più accentuata rispetto all’anno precedente. L’utile prima delle imposte e degli oneri finanziari (Ebit) cresce nel totale del campione del 5,6%, mentre si riduce sia per le Top 25% che nel valore mediano. Notevole è invece la variazione dell’Ebit per le cooperative, con una riduzione del 35% in un anno. Il margine operativo lordo (Ebitda) si riduce del 7% nel totale, del 9% per le Top 25% e addirittura del 29% per le cooperative. Questa flessione, da verificare nei prossimi anni, sembra indicare una minore capacità delle imprese del settore di generare risorse monetarie dalla gestione operativa.

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Diverso è il discorso per ciò che riguarda gli utili che mostrano un sensibile aumento, portandosi da 85 a 131 milioni con un aumento del 53%. Ancora più accentuato risulta tale valore per le Top 25% con un incremento degli utili del 153%. Sulle società cooperative occorre fare discorso a parte. La redditività delle vendite, misurata dal Ros, quasi si dimezza passando da 1,8 a 0,7. Con riferimento agli utili si rileva per le cooperative il passaggio dal segno più al segno meno. Passando a considerare la struttura patrimoniale del settore si osserva un rapporto di indebitamento in leggera flessione, da circa 70 a 68.

In generale si assiste a una riduzione degli oneri finanziari dell’8,4% per il totale del campione, mentre per le Top 25% tale riduzione raggiunge il 18%. Più contenuta, invece la flessione per le cooperative, con una riduzione di appena l’1%. La riduzione degli oneri finanziari unita alla riduzione dell’indebitamento può indicare un miglioramento dell’affidabilità finanziaria dell’imprese. Tuttavia occorre tener conto della riduzione generalizzata del margine operativo lordo, e quindi della capacità di generare flussi di cassa da utilizzare anche per la restituzione dei crediti. Il miglioramento nell’equilibrio finanziario non riguarda tutte le classi dimensionali. La forte riduzione degli oneri finanziari per le Top 25% è accompagnata infatti da una riduzione anche del margine operativo lordo, mantenendo sostanzialmente invariata la loro capacità di restituzione del debito. Molto migliore appare la situazione delle società cooperative per le quali il rapporto tra oneri finanziari e Ebitda si riduce di quasi il 50% in un anno.

In conclusione i dati offrono il quadro di un settore in moderata crescita, dove le imprese di dimensioni intermedie mostrano una maggiore vivacità. La redditività del settore appare anch’essa in crescita soprattutto per le imprese più grandi. Le società cooperative mostrano dinamiche in controtendenza sia nel volume delle vendite che nella redditività rispetto alla media del settore.

* L'analisi dei bilanci è stata curata da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Sassari - Dipartimento di Eccellenza 2018-2022

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