La Nuova Sardegna

Top 500 Sardegna: la classifica delle aziende per redditività. Le prime non sono le più grandi

Gianfranco Atzeni, Andrea Carosi, Luca Deidda, Alberto Ezza, Ludovico Marinò, Marco Vannini *
Top 500 Sardegna: la classifica delle aziende per redditività. Le prime non sono le più grandi

La dimensione conta, ma esistono altri indicatori per valutare un'impresa. In questo caso gli economisti dell'Università di Sassari hanno preso in considerazione il Roa (Return on Assets) 

19 febbraio 2018
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La dimensione è certamente una variabile importante a cui guardare quando si parla di imprese. Gli studi scientifici in materia ci dicono che, dati alla mano, a parità di altre condizioni, una maggiore dimensione d’impresa tende a essere associata ad una maggiore produttività del fattore lavoro e, più in generale, ad una più elevata total factor productivity (Tfp), ossia a una maggiore produttività totale dei fattori di produzione.

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La dimensione, facilitando l’attivazione di tutte quelle funzioni aziendali i cui costi sono almeno in parte fissi, tra cui quella finanziaria, quella commerciale e quella organizzativa, favorisce un miglior governo d’impresa e, sfruttando le economie di scala, un uso più efficiente delle risorse in seno all’azienda, ciò che influisce positivamente sulla produttività. È poi evidente che maggiore è la dimensione di una impresa, maggiore è l’impatto sull’economia, in termini di indotto, di valore aggiunto, di mercato del lavoro. Qui sta il senso dell’analisi Top 500 che concentra l’attenzione sulle prime 500 aziende sarde per fatturato (dimensione).

Ma quali sono le imprese sarde che rendono di più? Sono, in assoluto, le più grandi? Per rispondere, è necessario innanzitutto circoscrivere in maniera precisa il concetto di redditività. Qui scegliamo di concentrarci su una misura riferita alla gestione operativa di una impresa, che è rilevante sia per chi apporta capitale di rischio (soci) sia per chi apporta capitale di terzi (creditori): il Return on Assets (Roa). Inoltre, avendo a che fare con imprese di settori molto diversi tra loro, usiamo un Roa standardizzato, cioè riferito al settore, che ci dice di quanto la redditività della singola impresa supera la media del settore a cui essa appartiene (ovvero i suoi competitor).

Cosa ci dicono i dati 2015 e 2016? Innanzitutto, le performance delle Top 500 sarde mostrano un certo grado di persistenza; le imprese più in alto nel ranking delle relativamente più redditizie nel 2015 tendono a confermarsi nel 2016. Non solo, la redditività è abbastanza stabile nei due anni. Infine, è anche interessante notare che le imprese che, sulla base del Roa, rendono di più rispetto alla media del proprio settore, non sono le più grandi in assoluto.

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Chi troviamo ai posti più alti della classifica? Non c’è un settore dominante in assoluto. La prima impresa è Teknoship Srl, che si occupa di manutenzione e riparazione di imbarcazioni commerciali e da diporto. Sul podio troviamo anche Hosteda Hotels Srl e Saraceno Srl, che forniscono servizi alberghieri e di ricezione turistica; un’altra impresa alberghiera è la Delphina Spa, al 7° posto. Scorrendo le altre prime 10 posizioni, troviamo ristorazione (Medex Srl), trasporti e logistica (Porto Industriale Cagliari), chimica (Sardachem Srl), commercio di prodotti agroalimentari, autoveicoli, abbigliamento (Ce.Tar. Srl, Car Invest Srl e Pronto Moda Tuscia Srl).

Perché il Roa? Si tratta del rapporto tra utile di esercizio più interessi sui debiti al netto delle imposte e attivo patrimoniale. All’utile si sommano gli oneri finanziari, perché si vuole capire quanto è il rendimento generato dal patrimonio indipendentemente dal fatto che poi una parte verrà destinata ai finanziatori che hanno apportato capitale di terzi. Dunque, il Roa è una misura del tasso di rendimento dell’attivo patrimoniale che ci dice quanto valore genera, in media, ogni euro a qualsiasi titolo investito nell’impresa; quindi una misura di performance relativa che per questo può essere utilizzata per comparare imprese tra loro diverse. Con le dovute cautele, però, per tener conto delle differenze tra settori. Per esempio, in settori diversi, la quantità di attivo patrimoniale necessaria per generare un reddito può essere anche molto differente: tende ad essere significativamente maggiore in quelli cosiddetti ad alta intensità di capitale (industria pesante) rispetto a quelli ad alta intensità di lavoro (servizi). Così come, del resto, il fattore rischio differisce da settore a settore. Da ciò, la necessità di ricorrere ad una standardizzazione.

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Ma torniamo ai dati: la dimensione conta? Le imprese più performanti sono le più grandi? Nel 2016, sei delle aziende ai primi 12 posti nella classifica per Roa standardizzato hanno una dimensione di fatturato uguale o superiore a 5.997 migliaia di euro. Di contro il benchmark dimensionale per le prime 50, un campione meno performante in termini di Roa, è pari a 7.031 migliaia di euro. Pertanto, la dimensione d’impresa aumenta al diminuire della performance in termini di Roa. Il discorso non cambia significativamente se ci riferiamo all’anno precedente. Certamente quest’evidenza non mette in discussione il principio che, in generale, la dimensione sia importante! Stiamo parlando comunque di imprese che fanno parte della Top 500 sarda e sono relativamente grandi rispetto al resto della popolazione delle aziende sarde. Piuttosto, ci dice che la dimensione d’impresa non è tutto: non sempre è sinonimo di performance.

Una maggiore redditività della gestione caratteristica (Roa) non è inoltre associata ad una maggiore incidenza relativa dell’indebitamento, misurato dal rapporto debito/mezzi propri. Non ci sono infatti scostamenti di rilievo tra il valore mediano d’indebitamento per le prime 12 imprese nella classifica per Roa, pari a 49, e il valore corrispondente per le prime 50 per Roa, pari a 51. All’opposto, la maggiore redditività per unità di patrimonio (Roa) è associata ad un maggior rendimento del capitale proprio, misurato dal Roe (Return on equity). Infine, le migliori imprese per Roa hanno un Roe maggiore, in significativa crescita dal 2015 al 2016, delle altre imprese nella classifica. Complessivamente si tratta di segnali confortanti, di imprese che ottengono risultati economici crescenti per lo stesso livello di rischiosità finanziaria.

* L’analisi dei bilanci è stata curata da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Sassari - Dipartimento di Eccellenza 2018-2022
 

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