La Nuova Sardegna

Nanoparticelle, blitz della Finanza

Nanoparticelle, blitz della Finanza

Perquisizione a casa della fisica Gatti. Aveva deposto a Lanusei per i veleni di Quirra

23 febbraio 2018
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SASSARI. Un’accurata perquisizione della Guardia di Finanza ha interessato l’abitazione di Stefano Montanari e di Antonietta Gatti, entrambi ricercatori e sostenitori della teoria dei danni provocati dalle nanoparticelle sull'organismo. Stefano Montanari ha diffuso la notizia del sequestro di “documentazione e pc” da parte della Fiamme gialle anche dal laboratorio “Nanodiagnostics”, sempre a Modena. Montanari non ha voluto commentare l'accaduto, e non risultano legami tra il sequestro di ieri e la presenza di Gatti, mercoledì, nell’isola. La fisica, al tribunale di Lanusei, aveva deposto sui fatti legati al poligono di Quirra. Una deposizione di otto ore quella di Antonietta Gatti, esperta di nanopatologia e consulente di diverse commissioni parlamentari sull'uranio impoverito, nella nuova udienza del processo sui cosiddetti «veleni» di Quirra nel poligono militare di Perdasdefogu. L'esperta ha parlato delle sue analisi dal 2004 fino al 2011 – in seguito all'incarico conferitole dal Pm Domenico Fiordalisi – condotte col microscopio elettronico a scansione. Analisi riferite a sessioni di agnelli malformati, a pazienti che si sono ammalati di patologie tumorali e matrici ambientali su cui erano presenti polveri inquinanti. «Queste polveri – ha detto la dottoressa Gatti davanti al giudice monocratico Nicole Serra – sono le nanoparticelle di forma sferica che avevano una composizione chimica che poteva essere riferita e un inquinamento ambientale militare. Erano presenti sostanze come il piombo, l’antimonio e polveri di acciaio molto invasive. Queste particelle non rimangono nei polmoni se respirate, o nelle feci se mangiate, ma si distribuiscono in tutto il corpo. Sono polveri patogeniche che derivano dalle esplosioni ed è per questo che c'è un nesso tra queste e le malattie tumorali e le malformazioni degli animali».

L'esperta, sottoposta all'esame dei Pm Biagio Mazzeo e Daniele Loi, ha ricordato i suoi studi sul cadavere di un allevatore morto 10 anni prima e fatto riesumare anni fa dal Pm Fiordalisi: «All'interno del canale midollare della tibia ho trovato la testimonianza dell'inquinamento bellico che l'uomo aveva respirato e mangiato nel corso della sua vita - ha detto - trovai una pallina d'acciaio dentro l'osso, quel pastore era morto di leucemia». Insomma, secondo la fisica «esiste una correlazione fra le patologie dei soldati e dei cittadini e l'inquinamento bellico, per via delle polveri».

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