La Nuova Sardegna

SASSARI. Il grande assente della campagna elettorale è il mondo cattolico. Schiacciato tra l’offerta speciale degli 80 euro per tutti, della flat tax, dell’abolizione della legge Fornero, della cacciata dei migranti. Nella strana campagna elettorale in cui conta più la tasca della testa e del cuore i politici mirano a blandire l’elettore. Ad allettarlo con la promessa che il voto porterà un vantaggio economico. E pazienza se poi sarà solo virtuale. Ma fino al 4 marzo i saldi elettorali tengono campo. L’assenza del mondo cattolico dal dibattito politico viene denunciata con forza dal delegato regionale della Caritas della diocesi Ales-Terralba, Angelo Pittau, dalle colonne del periodico diocesano “Nuovo Cammino”. Il prete che ha fondato diverse comunità che si interessano del recupero di diversi tossicodipendenti, punta il dito contro il silenzio del mondo cattolico nel dibattito elettorale. «Non ha voce, non si fa sentire, sembri che non conti più nulla. Non parla la conferenza episcopale, non parlano i vescovi, i parroci si tengono a distanza. Paolo VI disse che la politica è la forma più alta di carità: la politica costituisce benessere, lavoro, bene comune, solidarietà. Mi chiedo perché lasciamo che la politica sia fatta dagli interessi di parte, dagli uomini con la bocca piena di parole e la testa vuota».

La denuncia di don Pittau mette l’accento su quanto sia cambiata la campagna elettorale. Don Camillo e Peppone hanno lasciato il posto a Totò e Peppino. Il voto viene guidato dai sondaggi, dagli episodi di cronaca, che vengono cavalcati per strappare consensi. Ma da tempo la ricerca di elettori si fa più sulla piazza virtuale che su quella della chiesa. (l.roj)