La Nuova Sardegna

Arrestato in Thailandia il latitante finto alluvionato

di Luciano Onnis
Arrestato in Thailandia il latitante finto alluvionato

Il 48enne cagliaritano deve scontare 6 anni per truffa, falso e riciclaggio

24 febbraio 2018
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CAGLIARI . Con la giustizia alle calcagna per un conto di 6 anni e dieci giorni da passare dietro le sbarre, aveva fatto le valigie più di un anno fa. Stefano Bulla con la compagna e i due figli si era trasferito in Thailandia, a Pattaya, dove aveva trovato lavoro come istruttore di kickboxing. Un piano studiato per condurre una tranquilla latitanza, perché sapeva che i carabinieri lo avrebbero cercato per notificargli un ordine di carcerazione emesso a settembre dalla procura generale della repubblica di Cagliari

Le truffe. Un provvedimento che fa il cumulo delle pene inflitte per i reati compiuti fra il 2005 e il 2009 tra cui truffa aggravata e falso, riciclaggio e violenza privata. Non solo: l’autorità giudiziaria gli aveva anche sospeso la potestà genitoriale per i due figli minori. Nell’ottobre del 2008, durante l’alluvione, viveva con la famiglia a Capoterra e nelle indagini sulla distribuzione degli indennizzi del post alluvione era spuntato il suo nome, e quello della compagna, perché aveva intascato 23 mila euro di fondi regionali senza averne diritto dato che l’abitazione alluvionata non era di sua proprietà. Sempre nel 2008, poi, aveva ottenuto rimborsi per lo stesso tipo di incidente sul lavoro, ferite causate dalle bombole che trasportava. Ma al terzo incidente, che ha fruttato circa 4.100 euro, era scattata la denuncia dell'Inail.

L’arresto. A un anno dall’espatrio strategico la giustizia lo ha raggiunto nel lontano Sud-est asiatico e lo ha riportato in Italia. Stefano Bulla, cagliaritano 48enne noto negli ambienti delle arti marziali, ieri mattina alle 8,30 è sbarcato da un volo internazionale proveniente da Bangkok con due agenti dell’Interpol come angeli custodi. Lo avevano preso in consegna dalle forze dell’ordine thailandesi e lo hanno a loro volta consegnato alla polizia di frontiera dello scalo internazionale di Fiumicino. Qui, il funzionario di turno gli ha notificato l’ordine di carcerazione e per Bulla è iniziato un altro viaggio, stavolta breve, verso il carcere di Civitavecchia. Fra qualche giorno tornerà da detenuto a Cagliari, per proseguire poi sotto scorta verso quella che sarà la sua residenza per i prossimi 6 anni: la casa di reclusione di Uta.

La latitanza. Bulla fece perdere le sue tracce assieme alla famiglia poco più di un anno fa. Sapeva che stava per arrivargli il saldo del conto giudiziario e quindi aveva scelto di prendere il largo. Aveva organizzato per bene l’espatrio, sapendo dove provare a sfuggire alla cattura: la città di Pattaya, una delle località turistiche più rinomate delle coste thailandesi. Qui ha cominciato a lavorare come istruttore di kick boxing in una palestra, conducendo tra l’altro una vita piuttosto agiata. E forse dando poco peso al fatto che, dal 19 settembre dell’anno scorso, era ufficialmente ricercato dalla giustizia italiana.

Le indagini. Lo inseguiva la squadra catturandi del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Cagliari con un’articolata attività di indagine. Fino a quando agli investigatori dell’Arma si sono aperte autentiche autostrade nella caccia al latitante cagliaritano tra cui le telefonate a parenti e conoscenti e il suo profilo social continuamente aggiornato. Sulla scorta delle informazioni raccolte dagli investigatori cagliaritani, la Procura del capoluogo sardo ha inoltrato tramite il ministero della Giustizia, e attraverso i canali dell’Interpol, la richiesta alle autorità giudiziarie thailandesi di “ricerca internazionale” e di estradizione in caso di cattura del ricercato. È cominciato così uno scambio di informazioni fra gli investigatori del capoluogo sardo e la polizia thailandese che ha portato all’individuazione del luogo dove Bulla si nascondeva. Nei giorni scorsi le forze di polizia di Pattaya hanno rintracciato Stefano Bulla, proprio dove era stato segnalato dai colleghi cagliaritani, e hanno avviato le procedure di espulsione dallo stato thailandese. Ieri mattina alle 8,30, l’ex latitante è arrivato sotto scorta a Fiumicino ed è finito nel carcere di Civitavecchia, da dove sarà poi trasferito a Cagliari.

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