La Nuova Sardegna

Sassari, cieco scambiato per ultrà: Daspo annullato

di Salvatore Santoni
Sassari, cieco scambiato per ultrà: Daspo annullato

Si trovava nella zona degli scontri scatenati dai supporter del Cagliari nel capoluogo turritano. Ma il bastone non era un’arma 

25 febbraio 2018
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SASSARI. Era presente nella zona degli scontri provocati da duecento ultras del Cagliari tra la stazione dei pullman e la stazione ferroviaria di Sassari, lo scorso 25 marzo. Ma c’era un particolare: era un non vedente e il bastone che teneva in mano non intendeva certo usarlo per fare del male. Ora il Tar gli ha dato ragione annullando il Daspo, il divieto di assistere a eventi sportivi.

Fu una mattinata ad altissima tensione: a Sorso era prevista un’amichevole del Cagliari con la squadra locale. Alcuni pullman affittati da ultras del club rossoblù invece che andare nel centro della Romangia fecero tappa a Sassari: scesi dai mezzi in via Zirano percorsero tutto il tratto sino alla zona della stazione ferroviaria, distruggendo, picchiando e minacciando, armati di bombe carta e spranghe. Diverse le persone aggredite.

Nel mezzo della baraonda c’era un tizio: in mano stringeva un bastone, ma non era certo di quelli utilizzati per picchiare i passanti dai sedicenti tifosi. Era un bastone per ciechi e lui voleva soltanto arrivare allo stadio. Ma qualcuno evidentemente equivocò. E oltre alla giornata di festa rovinata dalla guerriglia, per lui arrivò anche un’altra beffa: gli agenti della questura di Sassari lo identificano insieme agli altri e dopo qualche giorno gli presentarono un Daspo.

Il suo caso è approdato davanti al Tar, che ha revocato la misura di interdizione perché la questura non aveva valutato proprio il dettaglio più importante: è non vedente e può muoversi soltanto se accompagnato. L’odissea si è chiusa nei giorni scorsi con il deposito della decisione della prima sezione del tribunale amministrativo regionale. La sentenza è arrivata dopo il pronunciamento della sospensiva che già nei mesi scorsi aveva lasciato presagire l’esito favorevole del ricorso. I giudici, dopo aver ricevuto la documentazione medica che certifica la condizione di non vedente, avevano sospeso il provvedimento in via cautelativa.

Con la sentenza numero 153 del 2018, depositata pochi giorni fa, il Tar ha sostanzialmente fatto proprie le valutazioni emerse durante l’esame della domanda cautelare. Durante il procedimento il tifoso non ha negato la presenza nella zona degli scontri ma ha contestato fermamente di avervi partecipato. Logico per una persona che può muoversi soltanto se accompagnata. «Nel caso qui esaminato – si legge nella sentenza – non vi è alcuna istruttoria specifica né alcuna motivazione in ordine alla attribuibilità di una partecipazione attiva ai disordini per cui è causa. In questa situazione, la particolare posizione del ricorrente andava esaminata e occorreva una motivazione specifica. Nel provvedimento non vi è alcuna traccia di tutto ciò». L’uomo era stato anche sottoposto all’obbligo di firma. In questo caso il Tar ha dichiarato il difetto di giurisdizione. Infine i giudici hanno condannato la questura al pagamento delle spese di giudizio, 2mila euro, in favore del ricorrente.



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