La Nuova Sardegna

I cattolici con don Pittau: no al silenzio della Chiesa

I cattolici con don Pittau: no al silenzio della Chiesa

La forzista Zedda: in questa campagna elettorale dura manca la voce del clero L’Upc Satta più cauto: i sacerdoti sono molto presenti nella società senza clamori

25 febbraio 2018
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SASSARI. «Il silenzio della Chiesa sui temi della campagna elettorale in corso è assordante. Ed è un peccato. Sarebbe interessante conoscere il punto di vista della chiesa di papa Francesco». Alessandra Zedda, 50 anni, consigliera regionale di Forza Italia, è una cattolica convinta. La sua prima tessera l’ha presa con la Democrazia Cristiana, quand’era giovanissima. «Ha ragione don Angelo Pittau, il delegato della Caritas della diocesi Ales-Terralba, quando denuncia l’assenza del mondo cattolico dal dibattito politico. Purtroppo questa è una campagna elettorale dai toni duri, arrabbiati, che soffia sul fuoco della rabbia sociale e non ha il coraggio di portare avanti proposte serie sui temi cari, non solo ai cattolici, ma a tutti gli italiani: il lavoro, la famiglia, i giovani. Ecco perché diventa importante che la Chiesa faccia sentire la sua voce».

Per la consigliera di Forza Italia, di cattolico nell’Italia del 2018 resta purtroppo ben poco. Anche all’interno del suo partito. «Le proposte “cattoliche” di Sivio Berlusconi? Il riconoscimento della pensione alle mamme e la riduzione della pressione fiscale. Per il resto tutti parlano di famiglia, anche Di Maio ha proposto un ministero della famiglia, ma non si capisce quali politiche vogliano attuare». Che i cattolici siano irrilevanti nel dibattito pubblico lo dimostra, secondo Alessandra Zedda, l’approvazione nell’ultima legislatura di due leggi: quella sulle unioni civili e quella sul fine vita. «Quelle leggi sono contro i valori dei cattolici. I bambini devono avere un padre e una madre, e la vita è sacra, in qualsiasi condizione venga vissuta».

Anche il sindaco di Padru, Antonio Satta, cattolico praticante, si augura che il governo che verrà si ispiri ai principi e ai valori della chiesa cristiana. «È necessario dare una nuova speranza ai bisognosi e a chi soffre. A chi non ha un lavoro, ai giovani soprattutto. Ecco, questo dovrebbe fare un politico». Satta, segretario nazionale dell’Upc, non è preoccupato dal fatto che la Chiesa non intervenga pubblicamente in campagna elettorale. «Papa Francesco conosce bene i problemi dell’Italia. E poi la chiesa è presente nella società attraverso i comitati, la Caritas, l’azione cattolica. È così che fa sentire la sua voce, senza clamori e urla, come fanno invece spesso i politici». (g.z.)

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