La Nuova Sardegna

Cotti: «Divergenze sulla gestione del M5s»

Cotti: «Divergenze sulla gestione del M5s»

Il senatore spiega l’esclusione dalle parlamentarie: nessuna incompatibilità, prosegue il mio appoggio

01 marzo 2018
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CAGLIARI. Il senatore messo alla porta dai Cinque stelle, Roberto Cotti, è uscito allo scoperto. A tre giorni dal voto, ha spiegato su Facebook il perché della sua esclusione dalle primarie e la sintesi può essere questa: «Divergenze sulla gestione del movimento in Sardegna e nient’altro». Ma visto che comunque è rimasto un’attivista, eccolo aggiungere nello stesso post: «I destini del nostro Paese sono ben più importanti di una carriera parlamentare personale, e la necessità di una svolta in Italia grazie ai Cinque stelle era e rimane per me il vero e più importante obiettivo».

L’unico motivo. Finora Cotti era rimasto in silenzio sulla sua vicenda personale, l’esclusione dalle parlamentarie, ma nel post spiega perché ora si sia deciso a dare una sua versione dei fatti seppure ancora parziale. Ha voluto spazzare via il sospetto che la bocciatura fosse stata decisa per altri possibili “peccati politici”, come ad esempio lo scandalo dei rimborsi fantasma fra i parlamentari del Movimento. «Niente di tutto questo – è l’esordio – La mia esclusione, i cui dettagli mi saranno comunicati dallo Staff nazionale solo dopo le elezioni, deriva soltanto da segnalazioni (firmate da chi, forse del coordinatore regionale Mario Puddu?) legate a divergenze sulla gestione del movimento in Sardegna. Su cui in questo momento non è comunque importante soffermarsi. Del resto – prosegue – le regole del Movimento consentivano allo Staff ampia discrezionalità nel scegliere chi far partecipare a questa tornata elettorale».

Nessun altro motivo. «La mia esclusione – prosegue Cotti – non è avvenuta per mie ipotetiche incompatibilità alla candidatura, non c'erano cinque anni fa e, nel frattempo, il mio curriculum non è mutato e la mia fedina penale è sempre immacolata. Non è avvenuta neanche per motivi politici, come ad esempio le mie posizioni sulle servitù militari e le strategie del ministero della Difesa». Ancora: «Né sono stato escluso per problemi legati a miei rendiconti e alla restituzioni dell'eccedenza di stipendi e diaria. Quelli sono assolutamente regolari». Dunque, Cotti sarebbe rimasto vittima solo di una faida interna, almeno così sostiene, mentre dal Movimento continua a esserci il più assoluto silenzio sul caso.

Fedeltà assoluta. «In queste settimane – prosegue l’ormai ex senatore – mi hanno cercato in tanti e mi scuso per il mio silenzio, ma era indispensabile che attendessi prima di esprimermi. Non disponevo ancora di tutti gli elementi utili per valutare l'accaduto e non potevo certo approfittare degli eventi pubblici del Movimento, come il raduno di Pescara e altri appuntamenti elettorali, per esternare mie considerazioni. Sarebbero servite solo a intralciare la campagna elettorale e semmai sarei finito anche oggetto di strumentalizzazioni da parte degli avversari». È stato sulle sue, conclude Cotti, perché «come sanno i miei colleghi e lo stesso Luigi Di Maio, continua e continuerà il mio appoggio e la mia partecipazione al Movimento, anche senza cariche e stipendi, come del resto avevo pubblicamente annunciato quando, a suo tempo, ho messo a disposizione degli iscritti la mia ricandidatura per le parlamentarie». A questo punto solo dopo le elezioni verrà fuori la verità completa, compresa quella dei Cinque stelle, sulla cacciata del senatore. Ma sia chiaro per tutti – è la sintesi politica del post – domenica Cotti voterà per i Cinque stelle, perché «i destini del nostro Paese sono ben più importanti di una carriera parlamentare personale» e quindi «io resto e continuerò a essere un attivista convinto e fedele». (ua)

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