La Nuova Sardegna

Air Italy, confronto al Mise allarme tra i sindacati

di Dario Budroni
Air Italy, confronto al Mise allarme tra i sindacati

Alla società si chiede la riassunzione dei settecento addetti in esubero  Rinviato lo sciopero deciso da Cobas, Usb e Apm e previsto per l’8 marzo

03 marzo 2018
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OLBIA. Nuova compagnia, vecchie battaglie. L’era di Air Italy è appena cominciata e per i sindacati è il momento di tornare in trincea. Per i rappresentanti dei lavoratori ci sono ancora diversi punti da chiarire. Prima di tutto, naturalmente, la questione dei posti di lavoro. Intanto si sa che i sindacati che avevano sottoscritto il famoso accordo quadro del 2016 saranno convocati al Mise il 13 marzo per l’illustrazione del piano industriale da parte della compagnia targata Qatar. Invece Usb, Apm e Cobas hanno rinviato il loro sciopero previsto per l’8 marzo, in attesa di un confronto.

Diritto alla precedenza. «L’incontro al Mise sarà l’occasione per verificare le modalità e la tempistica con le quali la società vorrà mantenere fede all’impegno sugli incrementi», comunicano Cgil, Cisl, Uil e Ugl, riferendosi all’accordo del 2016 che prevedeva la riassunzione dei 700 lavoratori in esubero, tra licenziamenti diretti e conciliazioni. «Risulta che l’azienda non voglia attenersi a quanto concordato in sede governativa, procedendo di fatto ad assunzioni anche esterne al bacino dei lavoratori individuato dall’accordo – continuano Cgil, Cisl, Uil e Ugl –. Crediamo che questa interpretazione e prassi costituiscano una violazione di quanto sottoscritto. Chiediamo, in caso di nuove assunzioni, che il diritto di prelazione venga esercitato da tutti i lavoratori in mobilità. Inoltre il periodo dei 36 mesi entro i quali poter esercitare il diritto dovrà decorrere dal 13 marzo, dal giorno della presentazione del piano al ministero».

Stop allo sciopero. Usb, Apm e Cobas hanno rinviato lo sciopero dell’8 marzo che avrebbe interessato Air Italy e Meridiana maintenance. «E questo in attesa di poter comprendere come evolverà la situazione dopo gli annunci fatti dai vertici aziendali, riservandoci di riposizionarlo nel caso non ci fossero novità – scrivono in una nota –. Un gesto di disponibilità che non può prescindere dalla cruda realtà in cui si trovano le aziende. Oltre ai proclami, ci sono i drammatici problemi che toccano centinaia di lavoratori con anzianità molto critiche licenziati nel 2016. Non potremo che valutare il nuovo corso aziendale sulla base di fatti concreti, che affrontino i problemi lasciati dal drastico ridimensionamento degli ultimi anni. Siamo in attesa di vedere e comprendere il nuovo piano industriale». Le sigle hanno scritto al Mise e all’azienda per aprire un confronto sul futuro.

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