La Nuova Sardegna

Ente acque sardegna 

Sistu: «Ai Consorzi di bonifica andranno quote inferiori»

Sistu: «Ai Consorzi di bonifica andranno quote inferiori»

CAGLIARI. «A giorni si conosceranno le quote assegnate ai consorzi di bonifica. Che sono già al corrente della situazione: saranno inferiori a quelle dello scorso anno, ma se piove potranno essere...

04 marzo 2018
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CAGLIARI. «A giorni si conosceranno le quote assegnate ai consorzi di bonifica. Che sono già al corrente della situazione: saranno inferiori a quelle dello scorso anno, ma se piove potranno essere variate» dice Giovanni Sistu, amministratore unico dell’Ente acque della Sardegna (Enas). Lo scorso anno su 700 milioni di metri cubi d’acqua, all’agricoltura ne andarono 450, al potabile 250, all’industria 50. «Al momento siamo sotto quella quota, qualcosa negli invasi sta entrando, ma siamo ancora in una situazione di deficit piuttosto forte rispetto alle potenzialità di invaso – afferma Sistu – e l’agricoltura può soffrirne maggiormente essendo tenuti a soddisfare prima le richieste dell’idropotabile. Dal 2004 al 2014 ci fu un periodo estremamente favorevole, con invasi alla massima capienza. Questo è il terzo anno di siccità, peggio di quello passato che fu il terzo più drammatico del secolo. Lo scorso anno le nevicate ci aiutarono, quest’anno l’evento è stato inferiore». Una situazione ormai ciclica, che fare? «Ci sono finanziamenti importanti per la manutenzione straordinaria di tutte le dighe – spiega l’amministratore di Enas – e per collegare Flumendosa e Sulcis; in ambito agricolo i consorzi si stanno attivando per attuare politiche di risparmio. Se riusciremo a incidere su economie legate all’irriguo e sulle perdite legate al potabile, ancora molto alte, le risorse che ora sembrano esigue potrebbero essere meglio gestibili. Circa i reflui, stiamo facendo quello che siamo stati autorizzati a fare». Si pensa a un utilizzo di dissalatori? «È una soluzione che può essere solo sostitutiva in situazioni di stress idrico particolari e localizzate. I costi sono eccessivi: 60-70 centesimi al metro cubo rispetto ai 5-6 attuali». Occorre cambiare mentalità: «Si può ragionare su stagionalità produttiva, varietà colturali, lavorare sull’efficienza nell’uso dell’acqua a casa. Stiamo investendo, i soldi ci sono». (a.palm.)

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