La Nuova Sardegna

Aras, arrivano i fondi ma non ai lavoratori

di Silvia Sanna
Aras, arrivano i fondi ma non ai lavoratori

Niente stipendio da 3 mesi nonostante i 4,6 milioni stanziati da Laore. Mercoledì protesta in Regione

05 marzo 2018
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SASSARI. Una vita da precari, in attesa di una stabilità lavorativa ed economica che ancora è un miraggio. Nonostante una legge, la 3 del 2009, abbia autorizzato Laore ad assumerli. Non c’è pace per i 270 lavoratori dell’Aras, l’associazione regionale allevatori. L’ultimo stipendio l’hanno ricevuto a novembre, poi neanche un euro. E da quattro mesi anticipano di tasca le spese per visitare aziende e allevamenti. Perché, nonostante le enormi difficoltà, veterinari e agronomi (sono la maggioranza dei 270) non hanno mai fatto mancare il loro impegno. In particolare per quanto riguarda l’applicazione della misura 14 del Psr per il benessere animale, affidata all’Aras in convenzione dalla Regione. Ma ora il vaso è colmo, dice Paola Naitana, veterinaria dell’associazione e portavoce del gruppo sit-in: «La situazione è diventata insostenibile e i lavoratori saranno costretti a fermarsi, bloccando la misura». Di fatto facendo mancare, loro malgrado, un sostegno considerato importantissimo dagli allevatori. E il paradosso è che i soldi per pagare gli stipendi e riportare la situazione almeno a uno stato di momentanea normalità, ci sono. Il 23 febbraio, infatti, l’Agenzia regionale Laore ha trasferito all’Aras un primo acconto da 4,6 milioni di euro per le prestazioni di assistenza tecnica in zootecnia svolte nel 2018. L’acconto è solo una prima parte dei 13,8 milioni già stanziati dalla Giunta regionale verso Laore il 6 febbraio: la somma nel suo complesso è destinata a coprire gli interventi previsti nel Piano operativo annuale 2018. Il problema è che dei 4,6 milioni di euro assegnati da Laore sembra si siano perse le tracce. Dice Paola Naitana: «Il problema è che circa un mese fa c’è stata una accelerata nel processo, iniziato circa un anno fa, di accorpamento dell’Aras con le quattro Aipa provinciali e una crescita di potere nella gestione da parte dell’Aia, l’Associazione italiani allevatori. Di fatto oggi la nostra associazione dipende interamente dall’Aia e questo ci preoccupa moltissimo per due ragioni: lo Stato ha ridotto drasticamente i finanziamenti all’Aia, da 60 a 22 milioni, e figure di vertice dell’Aras sono state messe da parte in seguito alla nomina di due nuovi commissari. Uno dei primi atti – aggiunge la portavoce del gruppo sit-in – è stato il licenziamento di 13 dipendenti della Apa provinciali». La situazione in evoluzione impone di non abbassare la guardia e andare avanti lungo il percorso tracciato da tempo: «In occasione di una delle ultime proteste – spiega Naitana – ho consegnato al presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau le firme di oltre 170 lavoratori che chiedono di essere stabilizzati all’interno di Laore. Mercoledì mattina, dalle 10 alle 14, saremo di nuovo davanti alla Regione per ribadire la richiesta. È assurdo che per altri lavoratori, vedi quelli del San Giovanni Battista, sia stata trovata una soluzione. Noi, invece, nonostante una legge approvata all’unanimità dal consiglio regionale 9 anni fa, sembriamo condannati a rimanere precari a vita. È un’ingiustizia e lo ribadiremo a voce alta».



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