La Nuova Sardegna

Budoni, Popolo della famiglia al 10%

Budoni, Popolo della famiglia al 10%

Maccioni ha ottenuto un risultato più alto della media nazionale e regionale

09 marzo 2018
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BUDONI. A livello nazionale si è fermato a un deludente 0,66 per cento. Un dato che è andato ampiamente sotto le aspettative del leader, Mario Adinolfi, che prima del voto del 4 marzo descriveva il suo partito come capace di attrarre una percentuale di votanti al di sopra dello sbarramento del 3 per cento.

Non ce l’ha fatta – per la verità non ci è andato nemmeno vicino – ma se l’esito della votazione nazionale avesse rispettato quello venuto fuori dalle urne di Budoni, per Mario Adinolfi sarebbe stato un successo epocale. Già, perché dalla Gallura è arrivato quello che potrebbe essere il risultato più alto per il partito ultracattolico che ha fatto segnare un prepotente 10 per cento costituito dai 271 voti raccolti da Tiziano Maccioni, vero e proprio fuoriclasse in quota al Popolo dalla famiglia che ha messo in fila i candidati di Autodeterminatzione, Liberi e Uguali, Partito comunista e Potere al popolo. Maccioni non ha potuto arginare i cavalli di razza spinti dalle grandi coalizioni, come Giuseppe Fasolino per Forza Italia e Paolo Bittu per il Pd, e nemmeno lo strapotere grillino di Nardo Marino, ma ha comune capovolto il risultato nazionale: Il popolo della famiglia in Sardegna ha raggranellato lo 0.68 per cento. Un motivo più che sufficiente per ringraziare i suoi elettori a mezzo Facebook: «A Budoni il Popolo della Famiglia ha preso 271 voti, il 10,16 per cento. In Gallura, al collegio uninominale abbiamo preso 914 voti. Grazie a tutte le persone che mi hanno supportato, hanno collaborato, mi hanno sostenuto e hanno pregato per me in questa bellissima esperienza. Grazie a tutte le persone che hanno sostenuto me e il Popolo della Famiglia, grazie anche a chi non lo ha fatto, ma ha comunque votato dando valore alla nostra democrazia. Un augurio ai nuovi eletti perché si impegnino per il bene del nostro Paese, con la speranza che non si taglino le radici Cristiane del nostro Popolo, perché un albero senza radici crolla e muore. Quanto a me, con la stessa serenità con la quale ho accettato l'impegno e con cui l'ho portato avanti, continuerò il cammino». Quello di Maccioni, insomma, non è un commiato. Piuttosto un arrivederci davanti alle urne, magari già alla prossima tornata elettorale.

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