La Nuova Sardegna

Gli ex Leu: «Risultato deludente»

Gli ex Leu: «Risultato deludente»

Si e Mdp: «Sinistra all’anno zero, ma il percorso anti-liberismo deve proseguire»

09 marzo 2018
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CAGLIARI. L’analisi elettorale di chi faceva parte della coalizione Liberi e Uguali è secca: «Abbiamo ottenuto un risultato deludente». Di fatto la Sinistra è ritornata all’anno zero, ma non per questo «il percorso si deve interrompere e bisogna andare avanti per far rinascere un Partito del e per il lavoro». A scriverlo sono la segreteria regionale di Sinistra italiana, che si è riunita l’altro giorno a Tramatza, e il gruppo di Mdp in Consiglio regionale. A dirlo è anche Michele Piras, deputato uscente e non ricandidato nelle Politiche di domenica. «Le liste di Liberi e Uguali – scrive la segreteria di Sinistra italiana – non sono state percepite dagli elettori in grado di intercettare il disagio e la protesta della parte della società più debole e maggiormente colpita dalla crisi. Il risultato negativo di domenica comunque – prosegue – non fa venire meno l’esigenza di costruire un soggetto politico unitario per proseguire la lotta contro il liberismo sfrenato». Al segretario Antonello Licheri la direzione ha dato il mandato di promuovere al più presto una conferenza programmatica per discutere degli obiettivi soprattutto in Sardegna». Anche per il gruppo di Mdp «nonostante siano stati raccolti meno voti del previsto e in Sardegna LeU non abbia eletto neanche un deputato, è indispensabile aprire una fase congressuale per arrivare a quel partito del lavoro, dei territori e delle periferie capace stavolta d’interpretare le esigenze della società». Non c’è scoramento, aggiunge Mdp, ma «la consapevolezza che avviamo il dovere di ridare vita anche in Sardegna a un vero partito di sinistra, autonomista per i diritti e contro qualunque discriminazione». Per Michele Piras «le elezioni sono state una catastrofe e chi l’ha provocata deve dimettersi». Secondo l’ex deputato «la direzione nazionale ha commesso troppi errori e nessuno è assolto». A cominciare da Pietro Grasso, «mi è parso inadeguato e poco efficace sul piano comunicativo» fino a Massimo D’Alema, che «ha avuto il coraggio di presentarsi all’uninominale, ma non si può proporre sempre la stessa minestra riscaldata».

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