La Nuova Sardegna

Colture in ginocchio e ora si temono le gelate in arrivo

Colture in ginocchio e ora si temono le gelate in arrivo

Dal 20 prevista la nuova perturbazione “Burian bis” Dopo i carciofi sono a rischio anche frutteti e vigneti

11 marzo 2018
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SASSARI. Paura tra gli agricoltori per l’arrivo di una nuova ondata di freddo e gelo a partire dal 20 marzo, ribattezzata dai meteorologi Burian Bis. Il vento siberiano che si è abbattuto sull’Italia a metà febbraio, facendo crollare le temperature e imbiancando, a sorpresa, tutta la Gallura, Costa Smeralda compresa, busserà di nuovo alle porte, proprio alla vigilia dell’equinozio di primavera. «Ci mancava solo il Burian bis – sospira Evelino Picci, produttore di carciofi a capo del consorzio Arpos di Serramanna – Un’annata così brutta per i carciofi non me la ricordo proprio. Le gelate di dicembre e febbraio hanno distrutto gran parte del raccolto. Poi la grandine ha rovinato i pochi carciofi rimasti. Non riusciamo a venderli: i distributori ce li vogliono pagare 5, massimo 10 centesimi. Al momento è ancora abbastanza complicato fare una stima dei danni. Ma credo che parlare del 70-80% del raccolto perso non sia una valutazione molto distante dalla realtà. Anzi, forse è anche una valutazione per difetto. Se poi dovesse gelare anche a fine mese, direi che quello sarebbe il colpo di grazia per tutto il comparto».

Pesche e albicocche. A rischio anche i frutteti. Una nuova ondata di freddo intenso potrebbe danneggiare le gemme e quindi compromettere irreparabilmente tutto il raccolto. «Il rischio è quello di perdere gran parte della produzione, soprattutto quella di pesche e albicocche. Per fortuna il ciliegio è ancora in letargo – spiega Sandro Melis, produttore di Barisardo, in Ogliastra – Qua a causare i problemi sono stati soprattutto gli sbalzi termici. Durante l’ondata di gelo di febbraio c’è stato uno sbalzo anche di 20 gradi nell’arco di 24 ore. Purtroppo le pesche precoci erano già in fiore e temo che di quella produzione si salverà ben poco. Per il resto non c’è stato alcun danno perché eravamo ancora indietro con la stagione. Ora invece il gelo potrebbe crearci problemi, anche seri. Pesco e albicocco sono già in fiore, anche grazie alle temperature primaverili di questi giorni. Se nelle prossime settimane dovesse arrivare una nuova ondata di gelo gran parte della produzione sarebbe compromessa. Sono preoccupato anche per i pomodori che stiamo mettendo a dimora nelle serre proprio in questi giorni. Le serre non sono riscaldate e quindi il gelo potrebbe creare danni oppure ritardi nelle produzioni».

I timori dei viticoltori. Preoccupati anche i viticoltori che incrociano le dita sperando che non si ripeta la grande gelata di aprile dello scorso anno che aveva devastato i vigneti di Tempio Pausania, Berchidda, Monti e Arzachena, con un netto calo della produzione. «Non voglio neanche pensarci, il 2017 è stato un anno da dimenticare – dice sconsolato Davide Orro, produttore di vernaccia, a Tramatza – L’anno scorso la gelata, a stagione già avanzata, aveva distrutto l’80% della produzione». A determinare una situazione così sfavorevole avevano concorso diverse cause. Innanzitutto il caldo del mese di marzo, che aveva determinato lo sbocciare anticipato delle gemme, quindi il brusco calo delle temperature notturne in aprile e le gelate. «Mi auguro che il copione non si ripeta anche quest’anno – dice Orro – In questi giorni le gemme si stanno già gonfiando e un’ondata di gelo brucerebbe tutte le viti» .

Le previsioni. Secondo alcune previsioni meteo di lungo periodo la nuova ondata di gelo potrebbe riversarsi sull’Italia proprio il primo giorno di primavera. Dopo il Burian di fine febbraio dovrebbe arrivare altra aria gelida dalla Russia dal 20 marzo. «Sarebbe un disastro – dicono in coro i coltivatori – Prima la siccità e ora il gelo siberiano. Ormai non c’è pace per l’agricoltura». (g.z.)

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