La Nuova Sardegna

Trapianti, l’isola arretra: in un anno 36 in meno

Trapianti, l’isola arretra: in un anno 36 in meno

In calo le donazioni per l’aumento dei rifiuti da parte dei familiari: +27%. Sos dell’associazione Prometeo: il rischio è che si ritorni ai viaggi della speranza

11 marzo 2018
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SASSARI. Meno trapianti in Sardegna e aumento dei no alle donazioni: un quadro preoccupante quello descritto dall’associazione dei trapiantati Prometeo Aitf Onlus. Che nel dare conto di numeri e percentuali allarmanti polemizza con il consigliere regionale Pd Cesare Moriconi, autore di una interrogazione all’assessore Arru a proposito della nomina del coordinatore del Centro regionale trapianti: «Ci chiediamo se questo consigliere – dice il presidente dell’associazione Giuseppe Argiolas – sia a conoscenza della drammatica situazione della nostra isola sul versante delle donazioni e dei trapianti di organi».

I numeri. Sono stati 62 i trapianti eseguiti nel 2017 in Sardegna: 3 cuore, 33 rene, 25 fegato e 1 pancreas «contro i 98 del 2016 e i 52 del 2015 che fu un anno nero con diversi morti in lista d'attesa». La media è di 78 trapianti all’anno dal 2006 al 2017. «A marzo del 2018 sono solo una decina i trapianti complessivi realizzati al Brotzu di Cagliari per mancanza di donatori».

No alle donazioni. L’associazione trapiantati sottolinea l’aumento significativo delle opposizioni alla donazione, cioè il rifiuto alla donazione da parte delle famiglie. «Siamo infatti passati dal 19% del 2016 al 27% del 2017, nonostante la grande generosità dei sardi e, il grande impegno degli operatori delle Rianimazioni nelle osservazioni di morte encefalica», dice Argiolas.

Media bassa. Il risultato finale è una media regionale più bassa rispetto a quella nazionale: il dato dei donatori in Sardegna è di 23,5 per milione di persone, mentre in Italia la media donatori è di 28,7, con un centro sud che segna solo 19,1 per milione di persone ed con elevatissime percentuali di opposizione alla donazione che sfiorano il 40 per cento. «Questi dati – dice il presidente dell’associazione – impongono una scelta immediata: come Sardegna una volta per tutte dobbiamo decidere in che tipo di campionato vogliamo militare. C’è quello di serie A dove “giocano” le regioni più avanzate come Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto con tantissimi trapianti di tutti gli organi, come evidenziato dall'ultima relazione di Alessandro Nanni Costa, Direttore del Centro nazionale dei Trapianti, che segnala un notevole incremento delle donazioni e dei trapianti complessivi, ed una riduzione delle opposizioni alla donazione. Oppure – continua Argiolas – possiamo accontentarci di stare in serie B con le regioni del Sud Italia dove donazioni di organi e i trapianti sono veramente pochi, mentre sono molto alte le opposizioni alla donazione e dove purtroppo tanti cittadini compiono ancora i viaggi della speranza verso Pisa, Torino, Padova, Bologna».

Centro trapianti senza guida. Secondo l’associazione Prometeo un’importante passo avanti verso la massima categoria è stato compiuto con la delibera che istituisce nell’isola il Centro regionale dei trapianti. «Ora – dice Argiolas – è fondamentale nominare un coordinatore del Centro, da tempo senza guida. Un professionista che operi a tempo pieno e in via esclusiva «che dovrà portare la sua squadra, la Sardegna dei trapianti, in serie A». (si. sa.)



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