La Nuova Sardegna

Vaccinazioni dei bambini: nessuna scappatoia per i no vax

Anna Maria Busia
Anna Maria Busia

L'avvocata Anna Maria Busia esperta di diritto di famiglia spiega che la legge non dà alcuno spazio alla volontà dei genitori contrari ai trattamenti sanitari obbligatori

11 marzo 2018
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SASSARI. «Il diritto che deve prevalere è sempre la tutela della salute del minore. È questo il principio stabilito dalla Corte Costituzionale in più occasioni riguardo ai trattamenti sanitari obbligatori e al quale si appellano le sentenze emesse di recente dai vari tribunali, compreso quello di Nuoro, che obbligano i genitori a vaccinare i loro figli». Non ha dubbi Anna Maria Busia, avvocato specializzato in diritto di famiglia.

«Di recente ho ricevuto in studio alcuni genitori di Dorgali che pretendevano di mandare i loro bambini all'asilo nido senza essere vaccinati. Dicevano di sentirsi discriminati. Ho spiegato loro che difficilmente l'avrebbero spuntata. La giurisprudenza è chiara: prevale il diritto alla salute del minore, non c'è alcuna violazione del diritto all'istruzione».

Il problema è che sempre più famiglie sono contrarie ai vaccini sulla base di presupposti scientifici il più delle volte privi di fondamento. «Il decreto Lorenzin sui vaccini obbligatori ha risposto all'allarme lanciato dai medici contro la disaffezione verso i vaccini paventando il rischio di terribili malattie che erano scomparse da tempo, come il morbillo - ricorda l'avvocato - Lo scontro, spesso, è tra gli stessi genitori, come nel caso di Nuoro. Quando poi il disaccordo è tra due genitori separati o divorziati, questa diversità di vedute può essere motivo di ulteriore attrito tra i due ex coniugi».

Cosa fare quando uno dei genitori non ne vuol sapere di sottoporre i figli alla vaccinazione obbligatoria? «Quello favorevole ai vaccini deve rivolgersi al tribunale civile che, ripeto, deciderà tenendo conto del diritto alla salute del bambino». Nessuna via d'uscita quindi per i genitori no vax decisi a non sottoporre i loro figli alle vaccinazioni obbligatorie.

Eppure basterebbe scorrere i dati del ministero della Sanità per rendersi conto della necessità della profilassi contro le malattie infettive. A fronte di una copertura ottimale della popolazione che deve essere non meno del 90% contro il morbillo, ad esempio, nel 2015 risultava protetto solo l'85% degli italiani. Il risultato è che nel 2017 sono stati registrati in Italia quasi 5mila casi di morbillo, 6 volte più del 2016. «Ripeto, non ci sono scorciatoie. Difficilmente un tribunale darà ragione al genitore che non vuole vaccinare il figlio. Il divieto ai bambini non vaccinati di frequentare la scuola (divieto in vigore per la fascia da 0 a 6 anni, ndr) costituisce lo strumento attraverso il quale evitare l'insorgere di epidemie, anche mortali, e di tutelare tutti i bambini che non possono essere vaccinati per motivi di salute». (g.z.)

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